Scoperto il corpo planetario “stabile” che piů si allontana dal Sole. Al suo afelio č circa 2000 volte piů distante dalla nostra stella di quanto non lo sia la Terra.
ARCHIVIO ASTRONEWS: agosto 2008 |
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Studio Usa, sono stati scavati da antichi ghiacciai Esistono davvero i canali sulla superficie di Marte e sono stati scavati da antichissimi ghiacciai. Li descrive un gruppo di studiosi Usa in base alle osservazioni condotte dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter (Mro).I canali sono visibili nel cratere dal diametro di 10,5 km che si trova nel grande cratere Newton. Secondo i ricercatori, nell'area un tempo c'erano dei ghiacciai, sciolti in seguito all'oscillazione della temperatura.
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Scoperto un super ammasso di galassie
Oggetto raro e enorme, si trova a 7, 7 mld anni luce dalla terra L'osservatorio spaziale a raggi X dell'Esa, Xmm-Newton, ha scoperto il piu' grande ammasso di galassie nell'universo lontano. L'ammasso, siglato con 2XMM J083026+524133, si trova a 7,7 mld di anni luce dalla Terra e si stima che la sua massa sia mille volte quella della Via Lattea. Inoltre e' un oggetto molto raro e questa sua caratteristica confermerebbe l'esistenza dell'energia oscura, che comporrebbe il 73% del cosmo, mai rilevata direttamente.
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Scoperto un corpo planetario "stabile"
Scoperto il corpo planetario “stabile” che piů si allontana dal Sole. Al suo afelio č circa 2000 volte piů distante dalla nostra stella di quanto non lo sia la Terra.
A parte le comete
su
orbita
quasi parabolica, sul cui passato e futuro si puň dire ben
poco, l’oggetto con
orbita
“stabile” che piů si spinge lontano dal Sole era fino a poco
tempo fa Sedna, un corpo ghiacciato
appartenente alla classe dei trans nettuniani.
Con i suoi circa 1000 km di diametro Sedna riesce a giungere, al suo afelio, la considerevole distanza di 975 Unitŕ Astronomiche (la distanza dalla Terra al Sole). L’orbita molto eccentrica lo porta altresě a sole 76 Unitŕ Astronomiche al perielio. Un oggetto molto strano che forse puň far parte della ipotetica nube di Oort interna. Una vera eccezione. Ma oggi c’č chi lo ha battuto. Il suo nome č per il momento molto meno intrigante: 2006 SQ372. Ma, in clima di Olimpiadi, anche lui ha conquistato una medaglia d’oro. Scoperto nel 2006, solo recentemente si sono potute stabilire con buona precisione le sue caratteristiche orbitali e sono risultate da primato. L’afelio raggiunge le 2005 Unitŕ Astronomiche ed il perielio soltanto le 24.
Sopra:
Le orbite di Sedna e di 2006 SQ372. Nel riquadro piccolo
un particolare delle due orbite in relazione a quelle di
Plutone, Nettuno, Urano, Saturno e Giove.
Al contrario di Sedna che č molto grande (superiore ai 1000 km), il nuovo oggetto č molto piů piccolo con i suoi 50-100 km. Probabilmente lo potremmo definire un “cometone”, membro quasi sicuro della nube di Oort interna. Per raggiungere la vera nube di Oort bisognerŕ fare ancora un “piccolo” salto e moltiplicare per dieci la distanza del nuovo venuto. Comunque ci avviciniamo sempre di piů …
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Lega metallica nel cuore di Giove e Saturno
Una
notizia veramente affascinate č stata data
da ricercatori dell’Universitŕ di Berkeley,
in California. Attraverso esperimenti fatti
a livelli di pressione e temperatura simili
a quelli del centro dei pianeti gassosi,
hanno trovato che l’Elio assume la forma
liquida “metallica” piů facilmente di quanto
previsto. Quando si parla di liquido
metallico bisogna pensare alla consistenza
del mercurio e piů in generale ad atomi i
cui elettroni siano liberi di scorrere come
se fossero in un fiume in piena (non per
niente i metalli conducono elettricitŕ). Le
condizioni esistenti al centro dei pianeti
giganti sono da due a quattro volte
superiori a quelle registrate sulla
superficie del Sole e la pressione raggiunge
valori di 70 milione di volte quella
atmosferica al suolo terrestre.
Questa possibile scoperta gioca perň contro la teoria piů accertata sulla produzione di maggiore energia, da parte di Giove e Saturno, rispetto a quella ricevuta. Prima si pensava che dipendesse da una specie di pioggia di elio che cadeva dalla superficie verso l’interno dell’atmosfera, rilasciando energia gravitazionale. Adesso, se il “mix” di elio e idrogeno fosse davvero cosě “facile”, questa teoria perderebbe di efficacia e bisognerebbe trovarne una nuova. Poco male: la scienza ha sempre bisogno di nuovi traguardi! Noi intanto pensiamo ad un termometro a Idrelio o a Eligeno (scegliete voi il nome che preferite …)
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Da oggi fino al 23 agosto l'A.S.L.A. ed il C.R.A. ad "Arte in Parabita 2008"
OSSERVATORIO ASTRONOMICO
Festival delle Arti e delle Scienze "ARTEINPARABITA" 2008
E',
questa, l'edizione del viaggio sul confine
suggestivo tra Arte e Scienza, sul dialogo
mai interrotto e le contaminazioni tra
queste due discipline. Il FESTIVAL ARTEINPARABITA 2008 vuole diventare, sempre piť, un evento che produce sviluppo per il territorio, promuovendo la sua concreta crescita. Da quest'anno, infatti, lanciamo la sfida di far nascere a Parabita, nei prossimi anni, la Cittadella dell'Artigianato Artistico. L'attenzione mediatica, le illustri presenze, i tanti visitatori del nostro Festival potranno garantire un importante contributo per il raggiungimento di questo obiettivo. Parabita, per chi la conosce e per chi avrŕ il piacere di conoscerla in questi giorni, per il suo passato e per il suo vivo presente, merita tutto questo.
Adriano
Merico
IL FESTIVAL
E' ORGANIZZATO DA:
PROGRAMMA DEGLI SPETTACOLI
LUNEDI’ 18 AGOSTO di
note d‘emozione
MARTEDI’ 19 AGOSTO di
ritmi dal mondo
MERCOLEDI’ 20 AGOSTO
di teatro e narrazioni
GIOVEDI’ 21 AGOSTO di
note di jazz
VENERDI’ 22 AGOSTO di
poesie e “stelle”
SABATO 23 AGOSTO di
incantata infanzia PERCORSO CENTRO STORICO
MOSTRE
Via
F.lli de Jatta
Chiesa Maria Ss. dell’Umiltŕ, Via San
Giuseppe
Archivio Storico Parabitano, Via Scorrana
Centro storico
Palazzo D’Alfonso (Fai), Piazza Umberto I
Chiesa Maria Ss. Immacolata, Via Immacolata
Palazzo Ardito (detto “del Diavolo”), Via
Ramis
Palazzo Vinci, Via Dott. Gaetano Cataldi
Via Vitt.
Emanuele III (locali BPP)
Palazzo Lopez Y Royo (Casa Canonica), Via
Lopez Y Royo
Centro Storico
DEGUSTAZIONI:
OSSERVATORIO ASTRONOMICO
Centro storico
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Ecco le prime foto dell'Eclisse parziale di Luna
Contatto della Luna con l’ombra (ore 22:00 circa)
Contatto della Luna con l’ombra (ore 22:40 circa)
Fase massima dell'eclisse (ore 23:10 circa)
Particolare del cratere Tycho - diametro 80 km, altezza 4140 mt (nella fase massima)
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Il 16 agosto, a partire dalle ore 20.25 circa, si verificherŕ un’eclissi parziale di Luna visibile da tutta Italia. Da non perdere! Scopriamo tutti i dettagli.
Dopo l’eclissi
totale di Luna dello
scorso febbraio, ecco che quest’anno si verificherŕ
un’altra eclissi di Luna, questa volta parziale.
Sarŕ molto comoda da seguire sia come orario che come
giorno: avrŕ luogo infatti la sera del 16 agosto,
cioč in pieno periodo di ferie estive, a partire
dall’ora di cena fino a notte tarda! Ma chi va a dormire
presto in estate?
Fig. 1 Nella figura 1 vediamo ancora una volta l’output di quel programma creato dal sottoscritto per la previsione dei vari eventi legati ad un’Eclissi di Luna: ne avevo parlato descrivendo l’evento di febbraio ed ora ne riparlo per dire che prossimamente verrŕ inserito in un’apposita area del sito e chiunque potrŕ calcolare orari e caratteristiche di un’Eclissi di Luna, passata o futura. Dunque dicevo: nella figura č mostrato il percorso della Luna attraverso i coni di penombra e d’ombra della terra, con indicati gli istanti in cui avvengono gli ingressi: l’ora indicata č espressa in tempo universale (TU) che altro non č che l’ora di Greenwich. Dato che siamo in estate e quindi c’č l’ora legale ed in piů siamo sul primo fuso orario rispetto a quello di Greenwich, ecco che per avere gli orari per l’Italia, dobbiamo aggiungere 2 ore. Ecco quindi gli orari esatti delle fasi principali dell’evento
Vediamo dunque cosa attenderci dal fenomeno… Ricordo che l’eclissi in penombra, tra “P1” e “U1“, difficilmente si riesce a distinguere ad occhio nudo, ma solo fotograficamente e con l’avvicinarsi dell’istante “U1” si comincerŕ senz’altro a vedere una parte della Luna che diventa sempre piů scura: dall’istante “U1” in poi ecco che la Luna rimarrŕ sempre piů intaccata dall’ombra. Lo spettacolo č veramente affascinante! La Luna č Piena e quindi sappiamo per esperienza che č brillantissima nel cielo: in questo caso invece ci si accorge subito che c’č qualcosa che non va! In particolare il faccione che siamo abituati a vedere in piena luce, si adombrerŕ sempre di piů, fino a che, con l’avvicinarsi dell’istante “G”, quello della fase massima, rimarrŕ scoperta solo una specie di falce anomala. E’ anomala perché la zona scura ha una forma piů strana, differente, rispetto alla zona scura di una Luna quando si mostra come una falce crescente, pochi giorni dopo la Luna Nuova e per diventare giorno dopo giorno sempre piů piena. Siamo dunque arrivati alla fase massima, alle 23:11 e il bianco abbagliante della parte rimasta in luce della Luna impedisce di vedere quelle sfumature di colore rossastro che viceversa si notano molto bene in occasione delle eclissi Totali. Invece possiamo notare che la luce della Luna dovrebbe riuscire ancora a creare ombre, le nostre ombre sul terreno. Ma mentre osserviamo questo ulteriore fenomeno nel fenomeno, ecco che ci rendiamo conto che la fase massima dura un solo istante, un attimo (non come la fase di Totalitŕ che dura parecchio tempo) ed infatti con il passare dei minuti noteremo che la parte illuminata della Luna inizia ad ingrandirsi sempre di piů, con l’ombra che si ritira… Man mano che passa il tempo l’ombra si sposterŕ sempre piů di lato per lasciar posto alla parte luminosissima ed alla fine arriveremo all’istante “U4” in cui la Luna ritorna al suo splendore. In realtŕ sappiamo che fino all’istante “P4” la Luna č in realtŕ ancora in penombra ma, come per l’inizio dell’Eclissi, sarŕ molto difficile notare la differenza.
Fig. 2 Nella figura 2 vediamo un’animazione (veloce!) di tutte le fasi dell’Eclissi di Luna, mentre nella figura 3 č riportata in una mappa (rappresentata con la cosiddetta proiezione di Mercatore) la visualizzazione delle zone del mondo in cui il fenomeno č visibile: quanto piů la zona della terra č chiara, tanto piů l’eclisse č visibile. Le scritte in rosso indicano la posizione del terminatore sulla Terra in corrispondenza dei vari istanti principali del fenomeno.
Fig. 3 Ricordando che lo scorso febbraio il tempo č stato particolarmente inclemente in tutta l’Italia, impedendo di fatto l’osservazione dell’evento, c’č invece da ben sperare che viceversa il giorno dopo Ferragosto il tempo sia decisamente migliore. Quale occasione migliore dunqueper radunare amici e conoscenti ed osservare insieme un fenomeno da sempre molto trascurato dai media, ma veramente piacevole e gratificante! Bene che vada al telegiornale del giorno dopo ripeteranno la solita frase (che fantasia!) della Luna Nera… Forse qualche trafiletto sui giornali… E invece voi astrofili, segnatelo bene sul calendario e fatene pubblicitŕ! Magari anche voi troverete persone che non hanno mai assistito al fenomeno di un’eclissi di Luna!
Grazie al mio fido programma Stellarium ho realizzato infine la foto nell’istante di fase massima: vicino alla Luna ci sarŕ Nettuno, ma non riusciremo minimamente a vederlo ad occhio nudo. Se volete fare fotografie, consiglio l’uso di fotocamere digitali, con tele da 200mm in su e comunque bisogna dotarsi di un treppiede fotografico, altrimenti il rischio di foto mosse č in agguato!
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Sul Castello di Acaya l'Eclisse parziale di Luna Evento Nazionale nel calendario delle iniziative UAI
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Ci siamo,
anche quest’anno abbiamo raggiunto il consueto, quanto atteso, appuntamento con la notte delle “stelle cadenti”. Generalmente si attribuisce alla Notte di San Lorenzo, quindi quella del 10 Agosto, l’appuntamento con questo evento, in effetti era proprio cosě fino a circa due secoli fa. Oggi perň, a causa della precessione degli equinozi, tale data si č spostata avanti nel tempo di due giorni, quindi il clou dell’evento in realtŕ si manifesterŕ proprio la notte del 12 agosto. Lo spettacolo č da attribuirsi alla nube di detriti disseminati nello spazio dalla cometa Swift-Tuttle. Quando, in questo periodo dell’anno, la Terra entra all’interno di questa nube i piccoli sassolini e ciottoli di cui č composta entrano nella nostra atmosfera e bruciano a causa dell’attrito con essa. La bellissima scia che lasciano dietro di sč prende il nome di Meteora, conosciuta anche, impropriamente, come Stella Cadente. In quella notte la Terra avanza in direzione della costellazione del Perseo, quindi proprio da questa costellazione sembrano provenire tutte le meteore che, per questo motivo, prendono il nome di Perseidi. Consigli per l’osservazione La costellazione del Perseo in queste notti appare in direzione Nord-Est, quindi leggermente a destra della Stella Polare. Per osservare quindi le perseidi rivolgetevi verso nord, ma anche verso est o verso ovest andrebbe ancora bene. L’importante č non rivolgersi a Sud dove non potrebbero mai apparire nel cielo. Consiglio caldamente di allontanarsi il piů possibile dai centri abitati e dall’inquinamento luminoso prodotto dalle illuminazioni artificiali delle cittŕ. Va benissimo in piena campagna oppure vicino al mare. Purtroppo nella notte del 12 agosto la luna, qasi piena (illuminazione dell’85%), disturberŕ un pochino l’osservazione, ma tramonterŕ all’una di notte, quindi i piů nottambuli probabilmente saranno premiati.
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Se una nana bianca fa coppia con un'altra stella, č molto probabile che riesca ad accumulare su se stessa notevoli quantitŕ di gas sottraendolo alla compagna. L'ingordigia, perň, puň essere fatale e la nana bianca finisce col pagare molto caro il suo furto. Raggiunta una massa critica, infatti, nel gas accumulato si innescano le tipiche reazioni nucleari stellari e il guscio esterno della nana bianca č sconvolto da un incredibile rilascio di energia. Improvvisamente la stella diventa molto piů luminosa e in cielo gli appassionati sono lieti di registrare l'apparizione di una nova. Oltre agli osservatori professionisti, anche moltissimi astrofili tengono d'occhio il cielo coltivando il sogno di essere i primi a rilevare l'evento. Qualche tempo fa, perň, sembra proprio che una nova sia riuscita a eludere ogni osservatore e a farla franca.
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10 AGOSTO 2008: "Note d'Estate... guardando le Stelle" a Casarano
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"A spasso sulla Luna..." a Lido Conchiglie
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Le immagini dell'Eclisse di Sole del 1° agosto Tutte e tre sono state scattate dai canadesi Steve Barners e Murray Paulson.
NOTIZIA SUL BLOG SIDEREUS-NUNCIUS.INFO DEL GIORNO 30 LUGLIO
Solo per dovere di
cronaca vi segnalo che 1 agosto 2008, si verificherŕ
un’Eclisse Totale di Sole.
Come tutte le eclissi di sole sarŕ molto bella e spettacolare, ma solo per chi avrŕ la fortuna di trovarsi sulla traiettoria dell’ombra lunare. Come si puň vedere dall’immagine infatti potrete notare che la fase di totalitŕ, nella fascia piů spessa, toccherŕ: Canada, Groenlandia, Russia, Mongolia e Cina. Le altre linee invece si riferiscono alla fase di parzialitŕ, che decresce tanto piů quanto piů ci si allontana verso i bordi. Come potete vedere l’Italia sarŕ interessata solo da una leggerissima fase di parzialitŕ, solo nelle regioni settentrionali, approssimativamente tra le 11:00 e mezzogiorno (ora locale). Ovviamente, in queste condizioni, l’eclisse non sarŕ minimamente percettibile, se non con una adeguata strumentazione.
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Un lago liquido su Titano Anche se se ne era quasi certi, adesso esiste la prova sicura: su Titano esiste un enorme lago liquido.
Sopra: A destra vi č l’immagine a 5 micron presa il 4 dicembre 2007 quando la sonda era ad una distanza di 1100 km e che ha permesso la scoperta della superficie liquida. A sinistra un’immagine completa del Lago Ontario presa nel giugno 2005
La Terra non
č piů il
solo
pianeta
a contenere
distese di
materiale
allo stato
liquido. Da
oggi
dobbiamo
aggiungere
alla lista
anche il
satellite
di Saturno,
Titano. La
Cassini ha
infatti
dimostrato
che esiste
un lago,
nella
regione del
polo sud,
lungo circa
240 km. A
questo
eccezionale
risultato si
č giunti
attraverso
il
VIMS
(Visual
and
Infrared
Mapping
Spectrometer)
ed alla sua
capacitŕ di
identificare
un certo
materiale
attraverso
la luce che
viene
riflessa a
varie
lunghezze
d’onda. Il
lago č stato
chiamato
“Ontario”
come quello
esistente
sulla Terra
nella
regione dei
grandi laghi
statunitensi,
dato che gli
č molto
simile come
forma e
dimensioni
(circa 20000
chilometri
quadrati).
Ovviamente non vi č acqua all’interno del bacino lacustre, ma etano, metano, azoto ed altri idrocarburi. Probabilmente l’Ontario sarŕ solo il primo di una lunga serie. Non si sa ancora quanto sia profondo, ma sicuramente piů di due centimetri. La certezza della sua composizione liquida deriva dal fatto che il 99,9% della radiazione a 5 micron che colpisce la superficie NON viene riflessa. Un materiale cosě “scuro” non puň che essere liscio come uno specchio (ovviamente non riflettente) in quanto nessuna superficie solida di origine naturale puň comportarsi in tale modo. Il lago non contiene sicuramente né acqua, né ammoniaca, né anidride carbonica. Le osservazioni mostrano anche un’evidente “spiaggia” scura di materiale organico che lo circonda, dovuta alla lenta e continua evaporazione della massa liquida. Chissŕ se simpatici “granchietti” percorrono avanti e indietro il lungolago?
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