ARCHIVIO ASTRONEWS: aprile 2016

 

Home

Elenco Archivio

 

28 aprile 2016:
Osservato un pianeta "solitario" a 150 anni luce.

Non appartiene a nessun sistema stellare, un "vagabondo" dello spazio.

 
Avvistato un pianeta solitario, un vagabondo tra le stelle che non appartiene a nessun sistema stellare. Potrebbe avere una massa dieci volte superiore a quella di Giove ed è sulle sue tracce il telescopio spaziale Wise della Nasa.
Il pianeta solitario si chiama Wisea 114 ed è giovanissimo: ha appena 10 milioni di anni, contro i 4,5 miliardi della Terra. Si trova tra le stelle del gruppo TW Hydrae, distante circa 150 anni luce. Studiarlo potrebbe aiutare a scoprire l'origine di questi mondi vagabondi, che secondo gli esperti potrebbero essere molto numerosi nella nostra galassia.

Non è chiaro per esempio se i pianeti vagabondi siano stati espulsi dai loro sistemi solari o siano in realtà stelle mai nate, chiamate nane brune, perché troppo piccole per innescare la fusione nucleare in grado di farle brillare.

Una delle ipotesi più accreditate al momento è che Wisea 1147 sia una nana bruna, ossia una stella simile a quelle che sono vicine al pianeta ma che non è riuscita ad 'accendersi'.

Lo studio di questi mondi solitari è un campo caldo dell'astronomia e gli astronomi sono interessati a questi corpi celesti perché sono più facili da osservare rispetto ai pianeti che ruotano intorno alle stelle, che sono 'oscurati' dalla luce dei loro astri. Il loro studio, sottolineano gli autori, potrà aiutare a comprendere meglio anche i pianeti esterni al sistema solare.

 


 

 
>>> continua...

 


 

11 aprile 2016:
Partita la prima "casa gonfiabile" per la Stazione Spaziale.

Il modulo si chiama "Bean" ed è stato lanciato col razzo Dracon.

 
E' partita per la Stazione Spaziale la prima 'casa gonfiabile' per l'uomo mai installata nello spazio. Considerata una prova generale della fattibilità della costruzione di future basi gonfiabili su Luna e Marte e costruita dall'azienda Bigelow Aerospace, si chiama Beam (Bigelow Expandable Activity Module) e il lancio è avvenuto alle 22,43 italiane di venerdì 8 aprile dalla base dell'Aeronautica militare statunitense a Cape Canaveral, con il razzo Falcon 9 e la capsula Dragon dell'azienda Space X. A bordo di Dragon ci sono anche 3 tonnellate tra rifornimenti, pezzi di ricambio e materiali per gli esperimenti.

L'aggancio di Dragon alla Stazione Spaziale si è concluso domenica 10 aprile. Gli astronauti Jeff Williams della Nasa e Tim Peake dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) hanno catturato la capsula con il braccio robotico della stazione orbitale agganciandolo alla parte inferiore del modulo Harmony. Sempre il braccio robotico ha agganciato il modulo gonfiabile Beam al Nodo 3 (Tranquillity).

Non appena il modulo sarà gonfiato il suo volume aumenterà a 16 metri cubi (l'equivalente di una tenda da campeggio) e gli astronauti sperimenteranno la vita al suo interno, anche se ogni per periodi molto brevi: alcune ore, tre o quattro volte all'anno, per recuperare i dati forniti dai sensori che permetteranno di valutare le condizioni del modulo. I test psaranno condotti nel corso dei prossimi due anni, come prevede il contratto fra la Bigelow Aerospace e la Nasa.

 


 

2 aprile 2016:
Osservato un impatto su Giove: è un altro asteroide o un'altra cometa?

Altri eventi del genere nel 2009, 2010 e 2012.

 
Non è chiaro cosa sia l’oggetto che ha colpito la superficie di Giove lo scorso 17 marzo. Si ipotizza un asteroide o una cometa, ma al momento nessuna ipotesi è esclusa. Nella foto pubblicata si vede il momento nella collisione e il bagliore che ne scaturisce per meno di un secondo.

Questo è il quarto evento del genere che si è osservato sulla superficie del pianeta Giove negli ultimi 10 anni. E’ più probabile che si tratti di un asteroide perché semplicemente ce ne sono di più: dalle prime "analisi" sembrerebbe un impatto di entità modesta ed è perciò possibile che sia l'equivalente di un grosso bolide, simile a quelli che attraversano la nostra atmosfera.

Le conseguenze di questo impatto non sono confrontabili con quanto è avvenuto nel 1994, con l'impatto su Giove della cometa Schoemaker-Levy 9: allora i frammenti della cometa caddero sul pianeta gigante in un vero e proprio bombardamento, provocando macchie scure osservabili dalla Terra per diversi mesi prima di essere riassorbite dall'atmosfera del pianeta.