Questo è il quarto evento del genere che si è osservato sulla superficie del pianeta Giove negli ultimi 10 anni. E’ più probabile che si tratti di un asteroide perché semplicemente ce ne sono di più: dalle prime "analisi" sembrerebbe un impatto di entità modesta ed è perciò possibile che sia l'equivalente di un grosso bolide, simile a quelli che attraversano la nostra atmosfera.
Le conseguenze di questo impatto non sono confrontabili con quanto è avvenuto nel 1994, con l'impatto su Giove della cometa Schoemaker-Levy 9: allora i frammenti della cometa caddero sul pianeta gigante in un vero e proprio bombardamento, provocando macchie scure osservabili dalla Terra per diversi mesi prima di essere riassorbite dall'atmosfera del pianeta.
Avvistato un pianeta solitario, un vagabondo tra le stelle che non appartiene a nessun sistema stellare. Potrebbe avere una massa dieci volte superiore a quella di Giove ed è sulle sue tracce il telescopio spaziale Wise della Nasa.
Il pianeta solitario si chiama Wisea 114 ed è giovanissimo: ha appena 10 milioni di anni, contro i 4,5 miliardi della Terra. Si trova tra le stelle del gruppo TW Hydrae, distante circa 150 anni luce. Studiarlo potrebbe aiutare a scoprire l'origine di questi mondi vagabondi, che secondo gli esperti potrebbero essere molto numerosi nella nostra galassia.
Non è chiaro per esempio se i pianeti vagabondi siano stati espulsi dai loro sistemi solari o siano in realtà stelle mai nate, chiamate nane brune, perché troppo piccole per innescare la fusione nucleare in grado di farle brillare.
Una delle ipotesi più accreditate al momento è che Wisea 1147 sia una nana bruna, ossia una stella simile a quelle che sono vicine al pianeta ma che non è riuscita ad 'accendersi'.
Lo studio di questi mondi solitari è un campo caldo dell'astronomia e gli astronomi sono interessati a questi corpi celesti perché sono più facili da osservare rispetto ai pianeti che ruotano intorno alle stelle, che sono 'oscurati' dalla luce dei loro astri. Il loro studio, sottolineano gli autori, potrà aiutare a comprendere meglio anche i pianeti esterni al sistema solare.
Il pianeta solitario si chiama Wisea 114 ed è giovanissimo: ha appena 10 milioni di anni, contro i 4,5 miliardi della Terra. Si trova tra le stelle del gruppo TW Hydrae, distante circa 150 anni luce. Studiarlo potrebbe aiutare a scoprire l'origine di questi mondi vagabondi, che secondo gli esperti potrebbero essere molto numerosi nella nostra galassia.
Non è chiaro per esempio se i pianeti vagabondi siano stati espulsi dai loro sistemi solari o siano in realtà stelle mai nate, chiamate nane brune, perché troppo piccole per innescare la fusione nucleare in grado di farle brillare.
Una delle ipotesi più accreditate al momento è che Wisea 1147 sia una nana bruna, ossia una stella simile a quelle che sono vicine al pianeta ma che non è riuscita ad 'accendersi'.
Lo studio di questi mondi solitari è un campo caldo dell'astronomia e gli astronomi sono interessati a questi corpi celesti perché sono più facili da osservare rispetto ai pianeti che ruotano intorno alle stelle, che sono 'oscurati' dalla luce dei loro astri. Il loro studio, sottolineano gli autori, potrà aiutare a comprendere meglio anche i pianeti esterni al sistema solare.