ARCHIVIO ASTRONEWS: gennaio 2016

 

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30 gennaio 2016:
30 anni fa il disastro dello Space Shuttle "Challenger".

Nell'esplosione morirono 7 astronauti, tra questi la maestra McAuliffe.

 
Doveva essere la missione della prima maestra nello spazio, ma il sogno finì a 73 secondi dal lancio quando una esplosione trasformò lo shuttle Challenger in una nube di fumo e fiamme. Erano le 17,39 (ora italiana) del 28 gennaio di 30 anni fa, quando la navetta della Nasa si disintegrò sopra l'Oceano Atlantico, al largo della costa di Cape Canaveral, in Florida a causa di un guasto ad una guarnizione del razzo a propellente solido.
Il Challenger era al suo decimo volo e nella missione del 28 gennaio 1986, la Sts-51-L, persero la vita il comandante Francis (Dick) Scobee (47 anni), il pilota Michael Smith (41), gli specialisti di missione Judith Resnik (37), Ronald McNair (36) e Ellison Onizuka (40); lo specialista di carico Gregory Jarvis (42), della Hughes Aircraft, e la prima maestra che si preparava a fare dello shuttle una specialissima aula didattica, Sharon Christa McAuliffe (38).

A 30 anni di distanza è difficile dimenticare le due scie di fuoco e fumo che si formarono subito dopo l'esplosione, anche perché il lancio ebbe una copertura mediatica enorme, non solo negli Stati Uniti, anche per la presenza a bordo della maestra McAuliffe. L'incidente, che a quell'epoca era il più grave mai avvenuto nelle imprese spaziali, fermò per 32 mesi il programma Shuttle e mandò in frantumi anche la sicurezza della Nasa minata ulteriormente dal disastro dello shuttle Columbia avvenuto 17 anni dopo, il primo febbraio 2003.

A causare il disastro del Challenger fu un guasto ad una guarnizione (chiamata O-ring) del segmento inferiore del razzo a propellente solido. La pressione aveva spaccato una saldatura tra due sezioni del serbatoio e la guarnizione principale che avrebbe dovuto sigillare il foro aveva perso elasticità a causa del gelo che si era formato la notte precedente. Inoltre i bordi dello squarcio avevano bloccato la guarnizione secondaria. Al momento del lancio si formò un pennacchio di fumo grigio vicino al razzo di destra, ma a quel punto era impossibile intervenire e a 73 minuti dal lancio la navetta si disintegrò.

 

 

 


 

27 gennaio 2016:
Continua la caccia al Pianeta X, il pianeta misterioso del Sistema Solare.

Per ora soltanto lunghe simulazioni ai computer.

 
L'ipotesi di un misterioso pianeta ai confini del Sistema Solare è nata almeno 30 anni fa e da allora le notizie sulla sua probabile scoperta si inseguono e si dissolvono, per poi tornare alla ribalta a distanza di tempo. Di volta in volta è stato chiamato 'Pianeta X', Smiley, Varuna, Quaoar, Sedna. Questa volta, però, le cose potrebbero essere diverse.

I calcoli pubblicati sull'Astronomical Journal dall'Istituto Californiano di Tecnologia (Caltech), sono sicuramente molto più solidi rispetto a quelli fatti in passato; quella fatta dai ricercatori è una spiegazione solida da prendere seriamente, il primo indizio forte a favore dell'esistenza del nono pianeta... A quanto pare, non è più un'idea folle.

Adesso la scommessa è riuscire a vederlo: il pianeta ha una luce debole e si muove in modo estremamente lento, tanto che se anche fosse stato fotografato lo si sarebbe preso per una stella. Vederlo sarà quindi il compito di nuovi telescopi, come Lsst (Large Synoptic Survey Telescope), che dovrebbe cominciare a funzionare nel 2019 passando in rassegna tutto il cielo ogni settimana.

Tra fine '800 e l'inizio del '900 alla ricerca del pianeta 'X' si era dedicato anche l'astronomo americano Percival Lowell, uno dei più appassionati fautori dei canali di Marte: dallo stesso osservatorio astronomico nel 1930 è stato scoperto Plutone ed è stata anche la caccia ai corpi più esterni e misteriosi ai confini del nostro sistema planetario a far declassare Plutone da nono pianeta del Sistema Solare a pianeta nano. Una decisione presa nell'agosto 2006 dall'Unione Astronomica Internazionale (Uai) in seguito alla scoperta di un altro pianeta nano, Eris, ad opera di Michael Brown, uno dei due autori della simulazione che oggi rende più fondata l'ipotesi che il Pianeta "9" possa esistere davvero.

 


 

20 gennaio 2016:
Spettacolare e raro allineamento di ben 5 pianeti nel cielo di fine gennaio.

Un evento astronomico che non accadeva dal 2005.

 
Il cielo di gennaio regala un fenomeno raro e spettacolare: Venere, Marte, Giove, Saturno e Mercurio allineati tra loro. Un fenomeno che non si verificava dal 2005 e che sarà possibile osservare dagli ultimi giorni di gennaio fino a metà febbraio, alle prime luci del mattino.
I cinque pianeti saranno tutti visibili e disposti su un'unica linea immaginaria che va da Sud-Est a Ovest, scendendo sull'orizzonte. Ma per osservarla bisognerà puntare la sveglia un'ora prima dell'alba e sperare che il meteo non rovini lo spettacolo.

E' abbastanza usuale trovare Venere, Marte, Giove e Saturno allineati, in diverse configurazioni, nel cielo delle prime ore del mattino, non ancora completamente rischiarato dalla luce del Sole. Ciò che rende particolare questo allineamento è la presenza di Mercurio che, seppur basso sull'orizzonte, a Sud-Est, renderà l'allineamento raro e spettacolare.

A seguire, spostando lo sguardo verso Ovest e salendo leggermente, si potranno vedere Venere, Saturno, Marte e, più distante ma sempre basso sull'orizzonte, Giove. Nel primo periodo Mercurio sarà il più basso sull'orizzonte e anche il più pallido, per poi risalire sempre più fino ad arrivare ai primi di febbraio ad essere appena sotto Venere.

Dalla fine di gennaio la Luna potrà essere usata come guida per l'osservazione dei pianeti in allineamento: dagli ultimi giorni del mese, si sposterà infatti vicino ad ogni pianeta, permettendo di individuarlo con facilità. Il 28 gennaio sarà vicina a Giove, il primo febbraio a Marte, il 4 febbraio a Saturno, per poi affiancarsi a Venere il 6. Una sottilissima falce di Luna sarà appena sotto Mercurio il 7 febbraio.
I cinque pianeti saranno di nuovo osservabili tutti insieme, ma nel cielo notturno, il prossimo agosto.

 


 

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8 gennaio 2016:
Foto mozzafiato delle dune di Marte dal rover "Curiosity".

In particolare la duna chiamata "Namib" alta 4 metri.

 
Panorami marziani mozzafiato ripresi dal rover Curiosity: il robot laboratorio della Nasa ha inviato a Terra le immagini più dettagliate delle ripide dune di Marte.

In particolare il rover ha immortalato la duna gigantesca chiamata Namib (vedi foto sotto), alta 4 metri, che si trova sul fianco nord-occidentale del monte Sharp, la singolare formazione che si trova al centro nel cratere Gale, dove il rover è atterrato nel 2012. E' la prima duna extraterrestre che viene fotografata da vicino: Curiosity era alla distanza di soli 7 metri quando l'ha immortalata.

La duna Namib non è sola, fa parte delle dune Bagnold, fatte di sabbia scura. Le immagini di queste dune scattate nel corso di più anni mostrano che le dune di Bagnold sono 'attive' proprio come quelle della Terra, cioè si spostano, spinte dal vento. In questo caso le dune si sono spostate di un metro, ogni anno terrestre. Le dune fotografate sembrano più attive durante l'estate di Marte, piuttosto che in autunno, che è la stagione in corso sul pianeta rosso.

La campagna fotografia delle dune marziane è stata pianificata proprio per comprendere come il vento sposta i granelli di sabbia, in un ambiente con meno forza di gravità e meno atmosfera della Terra.

 


 

La "gif" animata dal Parco (notte del 30 dicembre)

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2 gennaio 2016:
Aggiornamento dalla cometa "Catalina": la "gif" animata dal nostro Parco.

Elaborata grazie ad una serie di foto scattate durante una notte limpida.

 
Approfittando di una notte di tramontana e di un cielo terso (raro viste le frequenti foschie di dicembre), condividiamo con Voi una "gif" animata della cometa "Catalina" elaborata grazie ad una serie di foto scattate durante le circa 3 ore trascorse nell'osservatorio astronomico del nostro Parco (notte del 30 dicembre scorso). La cometa sembra "incamminarsi" verso il punto più vicino alla Terra, minima distanza prevista per il 17 gennaio prossimo...

Cogliamo l'occasione per augurarVi nuovamente UN SERENO ANNO NUOVO!