ARCHIVIO ASTRONEWS: gennaio 2017

 

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27 gennaio 2017:
50 anni fa la tragedia dell'Apollo 1.
Durante una simulazione sulla Terra morirono tutti e 3 gli astronauti.
 
Cinquant'anni fa, il 27 gennaio del 1967, la tragedia dell'Apollo 1, nella quale morirono i tre astronauti della Nasa Virgil Grissom, Edward White e Roger Chaffee, a causa di un incendio nella cabina. L'incidente avvenne sulla rampa di lancio della base dell'Air Force di Cape Canaveral, che allora si chiamava Cape Kennedy. Non era in programma un lancio ma una esercitazione per testare le operazioni durante il conto alla rovescia, in vista del primo lancio di una navicella Apollo con equipaggio, previsto per il 21 febbraio successivo. La missione successiva prevedeva un volo nell’orbita terrestre, per verificare le operazioni di lancio e monitoraggio da terra.

Il test fu caratterizzato da anomalie sin dai primi istanti: poco dopo l'ingresso nel modulo, Grissom notò subito uno strano odore nell'aria, furono subito prelevati campioni di aria ma la causa dell'odore non fu trovata e il conto alla rovescia riprese. Pochi minuti dopo ci furono invece dei problemi di comunicazione, tanto che Grissom osservò: ''Come faremo a raggiungere la Luna, se non possiamo parlare da due o tre edifici di distanza?''. Il conto alla rovescia fu interrotto di nuovo e mentre si cercava di risolvere i problemi di comunicazione uno degli astronauti esclamò ''Fuoco!''. Gli astronauti cercarono di aprire il portello ma l'alta pressione della cabina lo impedì.

La commissione di inchiesta della Nasa stabilì che la causa dell'incendio fu un corto circuito e il fuoco si diffuse rapidamente a causa dei materiali in nylon e l'atmosfera di solo ossigeno della cabina. Dopo l'incidente i voli con equipaggio delle missioni Apollo furono interrotti per 20 mesi e la capsula riprogettata. La sua atmosfera interna non fu più di ossigeno puro ma di ossigeno e azoto e furono sostituiti i materiali infiammabili.

Interno della capsula carbonizzata dopo il violento incendio

 


 

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24 gennaio 2017:
Col lancio del “Konstantin ET-1” inizia l’attività del “Sanlorenzo SpaceLab"
E' stata scattata dalla sonda MRO della NASA.

E’ dal mese di ottobre, con la visita delle prime scuole nell’a.s. in corso, che dal nostro Parco Astronomico partono missili in scala grazie al nuovo Laboratorio Missilistica.

Da oggi, invece, col lancio del missile di grosse dimensioni “Konstantin ET-1” (100% “made in parco”), alla presenza  di una sessantina di studenti di un Istituto di Brindisi, inizia ufficialmente l’attività del “Sanlorenzo SpaceLab”, un Laboratorio Missilistica più evoluto e molto più ambizioso…

“Konstantin ET-1” (nome dedicato a Konstantin E. Tsiolkovsky, ingegnere e scienziato russo, pioniere della missilistica che nel 1903 teorizzò molti aspetti del volo spaziale e della propulsione, padre del volo spaziale umano) è il primo di una “flotta” di missili (o lanciatori) taglia XXL a propulsione solida. E’ stato interamente progettato e costruito dal nostro “SpaceLab” (tubi fusoliera, ogiva, anelli centraggio, supporti, guide, vani e sistema di recupero, motore) utilizzando materiali resistenti e leggeri. “Konstantin ET-1” ha un’altezza di 2,35 metri, un peso di 890 grammi e un sistema di recupero con due paracadute di 70 cm di diametro.

I prossimi lanci avverranno con le scuole che hanno richiesto il laboratorio e per tutte quelle che lo richiederanno. Nei prossimi mesi saranno programmati, invece, lanci anche nelle aperture al pubblico. E’ inutile ricordare che i nostri lanci rispettano tutte le norme di sicurezza, hanno superato decine di “test volo” e in diverse condizioni meteorologiche.

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Il logo del "Sanlorenzo SpaceLab"

Il logo del nuovo missile XXL "Konstantin ET-1"

 


 

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14 gennaio 2017:
Un'insolita foto di Terra e Luna scattata da Marte.
E' stata scattata dalla sonda MRO della NASA.
 
Bellissimo "ritratto" di Terra e Luna viste da Marte. La foto è stata catturata dalla sonda MRO (Mars Reconnaissance Orbiter) della Nasa alla distanza di 205 milioni di chilometri. La sonda ha scattato più foto dei due corpi celesti per calibrare la sua fotocamera principale HiRISE, poiché la capacità di riflettere la luce (riflettanza) del lato della Luna rivolto verso la Terra è ben nota.

Le immagini sono state poi combinate per ottenere la foto diffusa dalla Nasa, nella quale la luminosità di Terra e Luna sono state regolate separatamente, in modo da mostrare i dettagli di ciascuna. Nella foto la Luna appare più scura della Terra, che invece è molto luminosa e sfoggia il suo caratteristico colore azzurro, dovuto agli oceani. Si riconosce bene l'Australia, che appare come una macchia di colore rossastro nella parte centrale del pianeta, mentre più a Nord si vede l'Asia Orientale, che appare come un'altra regione di colore rosso. A Sud si distingue benissimo anche la calotta bianca e luminosa dell'Antartide.

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