ARCHIVIO ASTRONEWS: marzo 2016

 

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22 marzo 2016:
In queste ore una cometa da "record" sta sfiorando la Terra.

E' il terzo passaggio "ravvicinato" registrato dal 1366 ad oggi.

 
Ecco la cometa da record: si chiama P/2016 BA14 Panstarrs e alle 16,31 del 22 marzo il suo passaggio, a 3,54 milioni di chilometri dalla Terra, è il terzo più ravvicinato alla Terra registrato dal 1366 ad oggi. Nessun pericolo di impatto con il nostro pianeta, ma solo uno spettacolo unico, che si potrà ammirare solo con l'aiuto di un telescopio (meteo permettendo!).

La cometa passata più vicino alla Terra mai registrata è stata la D/1770 L1 Lexell, che il primo luglio 1770 ha salutato la Terra dalla distanza ravvicinata di 2,25 milioni di chilometri; il secondo passaggio da record lo ha compiuto il 26 ottobre 1366 la cometa 55P/1366 U1 Tempel-Tuttle, che ci ha lasciato in ricordo lo sciame delle Leonidi, le stelle cadenti che si presentano puntuali ogni novembre. La terza cometa da record mai registrata è la P/2016 BA14 Panstarrs, con il passaggio del 22 marzo.

Di P/2016 BA14 non si hanno ancora molte informazioni certe, se non la dimensione, stimata tra 60 e 200 metri, e che probabilmente è la 'figlia' di 252P/Linear, il cui massimo avvicinamento alla Terra si è registrato il 21 marzo. La coda di P/2016 BA14 è estremamente debole, tanto da essere stata inizialmente scambiata per un un semplice asteroide: solo successivamente è stato visto un barlume di chioma e ciò ha permesso di capire che si trattava in realtà di una cometa.

La quasi mancanza di coda rende questa cometa ancora più difficile da osservare e capire se la sua composizione sia simile a quella della cometa 252P/Linear, la cui coda ha una caratteristica colorazione verdognola (dovuta alla presenza di molecole di carbonio biatomico). Sulla base dei pochi dati certi si ritiene comunque che le due comete siano in realtà i due frammenti principali di un oggetto più grande che si è frantumato in almeno due parti a causa di perturbazioni gravitazionali dovute al Sole o forse a qualche altro pianeta.

 


 

16 marzo 2016:
Caccia all'asteroide che estinse i dinosauri circa 66 milioni di anni fa.

La perforazione avverrà sul fondale nel Golfo del Messico.

 
Tutto pronto per perforare il fondale del Golfo del Messico in cerca dei frammenti dell'asteroide che uccise i dinosauri: la perforazione è prevista in aprile per iniziativa di due programmi internazionali, International Ocean Discovery Program (IODP) e International Continental Scientific Drilling Program.

Come riporta Science si perforerà in mare aperto per prelevare campioni dal cratere di Chicxulub, che è sepolto fra il mare e la terraferma sotto la penisola dello Yucatan, ed è stato lasciato 66 milioni di anni fa dal gigantesco impatto che spazzò via la maggior parte delle forme di vita del pianeta. Si spera che i campioni di roccia recuperati contengono anche indizi su come è rinata la vita dopo il cataclisma. Il programma è di perforare a 30 chilometri dalla costa e di lavorare per 2 mesi, giorno e notte, nel tentativo di arrivare a circa 1500 metri, alla ricerca dei frammenti dell'asteroide. I ricercatori sono a caccia anche dei resti fossili dei primi microrganismi che hanno 'colonizzato' il cratere dopo l'impatto, oppure dei campioni degli eventuali 'discendenti' che oggi vivono nelle fratture delle rocce.

Prima di arrivare al cratere i ricercatori si aspettano di trovare uno strato spesso 100 metri composto di materiali che si sarebbero depositati nelle settimane dopo il cataclisma. Alla base di questo strato si pensa ci siano i frammenti dell'asteroide e i pezzi di roccia saltati in aria con la collisione e poi ricaduti nel cratere nei minuti successivi. Lo strato dell'impatto vero e proprio potrebbe essere ricoperto da depositi di cenere, che è stata nell'atmosfera per settimane prima di cadere a terra.

 


 

7 marzo 2016:
Scoperta da Hubble la galassia GN-z11, la più lontana mai osservata.

Dista 13,4 miliardi di anni luce.

 

Il telescopio spaziale Hubble ha conquistato un altro record.
Questa volta ha fotografato i confini del tempo: una galassia distante 13,4 miliardi di anni luce, nella costellazione dell'Orsa Maggiore, quando l’universo aveva appena passato la sua infanzia.
Si tratta di una scoperta sensazionale, che fornirà agli scienziati una nuova finestra sulla storia dell’universo. La galassia, chiamata GNz11, è così lontana cheHubble, o qualsiasi altro telescopio, non avrebbe potuto essere in grado di scorgerla. Solo il nuovo, imminente telescopio James Webb dovrebbe essere in grado di attraversare questa distanza, il che significa che, anche se Hubble è in procinto di essere sostituito, ha ancora parecchie carte da giocare.

GNz11 esisteva appena 400 milioni di anni dopo il Big Bang, più o meno 13,4 miliardi di anni fa. Poiché la luce di una tale galassia lontana deve percorrere grandi distanze per raggiungere la Terra, gli scienziati stanno vedendo GNz11 come sembrava oltre 13 miliardi di anni fa. Gli astronomi hanno potuto confermare che Gn-z11 e' 25 volte piu' piccola della Via Lattea e ha solo l'1% di massa sotto forma di stelle, ma in rapida crescita, 20 volte piu' veloce della nostra galassia oggi.