ARCHIVIO ASTRONEWS: ottobre 2008

 

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31 OTTOBRE 2008:

In Epsilon Eridani due fasce di asteroidi

Le osservazioni del NASA’s Spitzer Space Telescope hanno mostrato che il sistema planetario più vicino a noi (quello di Epsilon Eridani) contiene ben due fasce asteroidali, oltre che una fascia cometaria più esterna.

Un sistema solare molto simile al nostro ed oltretutto ad una distanza relativamente modesta (il più vicino in assoluto, a poco più di 10 Anni Luce) si sta comportando in modo molto interessante. La stella centrale è la ben nota Epsilon Eridani, di dimensioni leggermente inferiori a quelle del Sole, un po’ più fredda, ma molto più giovane (solo 850 milioni di anni). Quello che sta capitando intorno a lei sembra molto simile a ciò che avveniva da noi circa agli albori della vita sulla Terra.

Il telescopio spaziale Spitzer ha rilevato intorno ad essa due fasce di asteroidi rocciosi ad una distanza quasi uguale a quella della nostra (la prima) ed alla distanza di Urano (la seconda). La massa contenuta nella prima è circa come quella della nostra fascia, mentre la seconda è più massiccia, arrivando circa alla massa di Marte. Ancora più esternamente si trova poi una fascia cometaria, pressoché identica alla cintura di Kuiper, sebbene più estesa. La figura che segue illustra bene i due sistemi a confronto.

Per poter mantenere due fasce asteroidali ed una cometaria è necessario che esistano pianeti, che abbiano prima precluso l’accrescimento dei “planetesimi” originari e che li abbiano poi “confinati” negli anelli che occupano oggi. Proprio come è successo da noi con gli asteroidi e la cintura di Kuiper. Su Epsilon Eridani è stato scoperto un pianeta poco più grande di Giove (Epsilon Eridani b) che confina esternamente il primo anello (proprio come il nostro gigante gassoso) ed altri due (ancora incerti) che potrebbero confinare esternamente la seconda fascia ed internamente quella cometaria (come Nettuno). Il fatto che la fascia cometaria sia più grande della nostra dipende quasi sicuramente dalla giovinezza del sistema.

A questo punto è più che plausibile, anzi praticamente certo, che debbano esistere pianeti più piccoli che limitino gli anelli di materia nella loro parte più interna. Sicuramente qualche Marte, Venere o anche una Terra. Le distanze sarebbero giuste. Prima o poi si scopriranno, statene certi.

Tutto lascia supporre che il sistema planetario a noi così vicino stia evolvendo in maniera molto simile al nostro. Ci vorrà ancora molto tempo, ma, se ci saremo ancora e se li lasceremo crescere in pace, forse potremo trovare degli … amici.

 

 

25 OTTOBRE 2008:

Lanciato 3° satellite italiano Cosmo Sky-Med

Fa parte del programma italiano per l'osservazione della Terra

E' stato lanciato il terzo satellite del programma spaziale italiano Cosmo-SkyMed, per l'osservazione della Terra. Il lancio e' avvenuto dalla base dell'Aeronautica statunitense a Vandenberg (California) con un razzo Delta II della Boeing. Il satellite e' il terzo dei quattro previsti nella costellazione, nata dall'accordo fra Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e ministero della Difesa, con la Thales Alenia Space (Thales-Finmeccanica) e la Telespazio. .  

 

 

24 OTTOBRE 2008:

Atterrato turista spaziale USA

Richard Garriott e' figlio dell'astronauta Owen Garriott

E' atterrata in Kazakhstan la capsula dell'astronave russa Soyuz con a bordo il turista spaziale Usa Richard Garriott. Insieme al turista americano anche un equipaggio russo, di ritorno dalla stazione spaziale internazionale Iss. Garriott, 47 anni, ha fatto fortuna con i videogames ed e' figlio dell'astronauta Usa Owen Garriot, che nel '73 passo' due mesi a bordo dello Skylab, la prima stazione orbitale della storia. E' il sesto turista spaziale

 

 

21 OTTOBRE 2008:

Presto sapremo l'origine di Phobos

Gli scienziati spaziali europei sono prossimi a svelare l'origine di Phobos, la luna più grande di Marte. Grazie ad una serie di incontri ravvicinati della sonda Mars Express dell’ESA, si può dire, con relativa certezza, che la luna sembra piuttosto un cumulo di detriti che un singolo corpo solido. La provenienza di tale cumulo rimane tuttavia un mistero.
 
A differenza della Terra, che ha una sola grande luna, Marte accoglie due piccole lune. La più grande è Phobos, un corpo irregolare di roccia spaziale che misura appena 27 x 22 x 19 km.  
 

Durante l'estate, Mars Express ha effettuato una serie di passaggi ravvicinati a Phobos ed ha catturato immagini con la sua Camera Stereo ad alta risoluzione(HRSC) quasi ad ogni passaggio. Un team guidato da Gerhard Neukum, della Libera Università di Berlino, sta utilizzando questi dati e quelli raccolti precedentemente per costruire un modello tridimensionale di Phobos più accurato dei precedenti, in modo da poterne determinare con maggiore precisione il volume.

Inoltre, durante uno dei passaggi più ravvicinati il team dell’esperimento Mars Express Radio Science (MaRS) Experiment, guidato dai Martin Pätzold, del Rheinisches Institut fuer Umweltforschung – l’Istituto Renano per lo studio dell’Ambiente presso l'Università di Colonia - ha monitorato attentamente i segnali radio provenienti dalla sonda. Questi dati hanno registrato cambi di frequenza causati dall’attrazione di Mars Express per effetto della gravità di Phobos,. Tom Andert, della Universität der Bundeswehr di Monaco e Pascal Rosenblatt, dell'Osservatorio Reale del Belgio, entrambi membri del team MaRS, stanno utilizzando questi dati per calcolare la massa esatta della luna marziana. "La stima attuale della massa di Phobos effettuata dal team è di 1.072 10 16 kg, equivalente a circa un miliardesimo della massa della Terra".
 
 
Combinando i dati di massa e volume gli scienziati saranno in grado di calcolare la densità, che alla fine, rappresenterà un nuovo importante indizio sulle dinamiche che hanno portato alla formazione della luna.

 

 

20 OTTOBRE 2008:

Una catastrofe cosmica di 12 miliardi di anni fa

Sfruttando l’effetto lente di una galassia intermedia si è ricostruita una catastrofe cosmica di enormi dimensioni risalente a 12 miliardi di anni fa.

Anche i più grandi telescopi del mondo diventano poca cosa se confrontati con quelli che la Natura ci mette a disposizione. Questo capita quando un oggetto massiccio, come una galassia, si allinea perfettamente tra noi e un oggetto ancora più distante ed altrimenti invisibile. La luce di questo oggetto viene curvata dalla massa della galassia intermedia ed arriva all’osservatore ingigantendo l’immagine originale. Proprio come se il nostro telescopio avesse una lente gigantesca posta alla distanza dell’oggetto intermedio. In questo modo si riescono a studiare galassie in formazione, collisioni, esplosioni immani che risalgono a tempi molto vicini al Big Bang. La Figura 1 richiama brevemente come funziona l’effetto lente gravitazionale, ipotizzato da Einstein nel 1910 ed osservato la prima volta nel 1979.

Figura 1. Un oggetto A lontanissimo sarebbe invisibile per l’osservatore. La presenza di una galassia intermedia, perfettamente allineata con l’osservatore e con A, causa un effetto lente, deviando la luce proveniente da A (linee rosse) e facendola convergere verso l’osservatore che quindi vedrà l’immagine “sdoppiata” in A1 e A2. Non solo, la galassia agisce anche come lente, ingrandendo l’immagine che risulterà visibile anche se deformata. In realtà si vedrà un anello (anello di Einstein) attorno all’immagine della galassia-lente. E’ quindi come se avessimo a disposizione un telescopio con l’obiettivo posto sulla galassia intermedia.

Con questo meraviglioso strumento naturale è stata osservata recentemente una giovane galassia che è entrata in collisione con una compagna, producendo un gigantesco buco nero e diventando un nido di formazione stellare estremamente efficiente. Lo spostamento delle righe spettrali ha anche permesso di ricostruire il movimento del gas all’interno della struttura. Il nome del lontanissimo oggetto è PSS J2322+1944 e si trova a ben 12 miliardi di anni luce da noi. Ha un diametro di 16000 anni luce ed è in grado di far nascere circa 700 stelle all’anno (contro le 3 o 4 della nostra Via Lattea). Il buco nero si trova al bordo della struttura indicando proprio che si tratta dell’unione di due galassie. Se si guarda l’immagine ottenuta con questo immenso telescopio sembra impossibile ricavare tutte queste informazioni

Tuttavia, conoscendo la massa, la struttura e l’orientamento della galassia-lente, è stato possibile ricostruire perfettamente l’oggetto deformato

Ancora una volta la Natura (e la mente dell’uomo, che fa sempre parte di essa) ci permette di studiare sempre più a fondo i suoi misteri. Questo dovrebbe farci capire che è nostra “amica” e che quindi andrebbe trattata come tale, con grande umiltà e rispetto e senza troppa presunzione.

Le osservazioni sono state effettuate con il Very Large Array (VLA), enorme radiotelescopio composto da 27 antenne radio poste in una configurazione ad Y vicino a Socorro (Nuovo Messico). Ciascuna antenna misura 25 metri di diametro.

Il filmato sopra ci mostra come l’immagine deformata diventerebbe quella reale se ci avvicinassimo fino a raggiungere la lente gravitazionale ed escludendo quindi il suo effetto deformante (ma anche utilissimo, in quanto senza di lei non avremmo visto niente …)

 

 

17 OTTOBRE 2008:

ESA Lunar Robotics Challenge: due squadre italiane tra i finalisti europei della sfida finale sulla 'Luna Spagnola'

Tra le città italiane che hanno il privilegio di avere due squadre sportive di un livello così alto da poter competere nel massimo torneo europeo, la città di Pisa fa la sua entrata nella nuova e inusuale disciplina della robotica lunare.
 
Tra le otto squadre europee che si sono qualificate per la finale della prima sfida per lo sviluppo di veicoli robotici lunari lanciata dall’Agenzia Spaziale Europea, la 'ESA Lunar Robotics Challenge', ci sono due squadre italiane entrambe di Pisa, una proveniente dalla Scuola Superiore Sant’Anna e l’altra dall’Università di Pisa.

Le due squadre italiane competeranno con le altre sei provenienti da Brema (Germania), da Madrid (Spagna), Oulu (Finlandia), Surrey (Gran Bretagna) e Zurigo (Svizzera). La gara finale avrà luogo il 24 e 25 ottobre 2008 in una località segreta nelle Isole Canarie in Spagna.

La località è stata scelta dall’ESA per la sua topografia paragonabile a quella che le future missioni internazionali robotiche o umane sulla Luna troverebbero ai poli del nostro satellite naturale.  

La prima di queste ‘sfide’ è stata lanciata dall’ESA a marzo 2008 attraverso un invito pubblicato su Internet e aperto agli studenti universitari interessati, provenienti dai 17 Stati Membri, a creare un robot mobile innovativo capace di muoversi su terreni ostici e di rilevare campioni da crateri che abbiano caratteristiche simili a quelli lunari.

Le proposte da sottoporre all’ESA per la sfida dovevano descrivere il progetto di un veicolo capace di prelevare campioni di suolo da un cratere e la relativa stazione per le operazioni in remoto. Era stato richiesto che i veicoli non pesassero più di 100 kg, non consumassero energia per più di 2 kW e non occupassero un volume superiore ai 0,5 metri cubi comprese le appendici dispiegabili stivate. Dovevano, inoltre, essere gestiti in modalità remota da una stazione situata fuori dal cratere e senza visibilità diretta sul cratere o sul suo orlo.

Le missioni di questi veicoli prevedevano i seguenti obiettivi: spostamento dal ''sito di atterraggio'' all’orlo di un cratere simile ad uno lunare; discesa nel cratere affrontando un’inclinazione fino a 40 gradi; capacità di operare alla luce del sole sull’orlo del cratere così come in condizioni di oscurità all’interno del cratere dopo il tramonto del sole; raggiungimento del fondo del cratere ad una profondità di 15 m; localizzazione e recupero dal fondo del cratere di almeno 100 g di campioni selezionati di terreno identificabile visivamente e ritorno all’orlo del cratere e successivamente al ''sito di atterraggio'' con i campioni prelevati.

La data di scadenza per presentare le proposte era il 29 aprile e otto di queste sono state poi selezionate per essere finanziate dal Programma degli Studi Generali dell’ESA a seguito di una valutazione fatta da un team di esperti ESA guidati da Gianfranco Visentin, Capo della Sezione di Tecnologia d’Automazione e Robotica presso ESTEC, il centro ESA per la ricerca e la tecnologia spaziale, a Noordwijk, in Olanda.
 

Tra le proposte dei finalisti c’era un robot chiamato ‘’pESApod’’ (da pronunciare: Pisapod) proposto e costruito da una squadra di studenti guidata dal Ricercatore Stefano Roccella, Assistente di Robotica Biomedica presso l'ARTS Lab della Scuola Superiore di Studi Universitari e Perfezionamento Sant'Anna, a Pontedera(Pisa).

È interessante notare l’indirizzo della scuola che si trova in via Rinaldo Piaggio, il fondatore della industria Piaggio, un indirizzo evidentemente abitato da un genius loci propizio allo sviluppo di ingegnosi mezzi di trasporto. ''Il robot che resta sulla terra pensando alla luna'' – è così gli studenti del Sant’Anna descrivono il loro pESApod – si muove usando arti mobili simili a zampe che lo fanno assomigliare ad un ragno.

Per gli studenti che lavorano su pESApod, l’estate 2008 non è certo stata un’estate di relax e vacanze. Il team del progetto meccanico ha lavorato tutta l’estate per trasformare le idee iniziali in modelli e disegni realizzabili da poter spedire alle aziende. Sono sorti anche problemi di carattere tecnologico e pratico che hanno costretto la squadra ad eseguire diversi cambiamenti al progetto preliminare.

Le linee guida principali del loro lavoro si sono basate sulla massima riduzione di peso e il mantenimento di un processo di fabbricazione e assemblaggio quanto più semplice possibile. Anche aver dovuto rispettare tempi così stretti è risultato molto importante. La squadra ha evitato, per questo, di usare componenti che non avrebbero potuto essere consegnati in tempo.

Il risultato è stato presentato al pubblico il 9 ottobre in occasione dell’evento di Open Day presso il Polo Sant’Anna Valdera. Il 18 ottobre, pESApod sarà spedito nelle Isole Canarie per difendere i colori del Sant’Anna il 24 e 25 ottobre.
 

L’altra squadra di Pisa, del Centro di Ricerca Interdipartimentale Enrico Piaggio della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa, guidata dal Professor Antonio Bicchi, ha realizzato un veicolo lunare chiamato David che si muove su ruote in linea con il loro personale genius loci, ossia Enrico Piaggio, figlio di Rinaldo Piaggio, che ha guidato l’industria Piaggio fino alla produzione di velivoli, della Vespa e altri mezzi di trasporto su ruote.

Il veicolo lunare David è fornito di un braccio robotico montato con un cavo a bordo della piattaforma mobile del veicolo. Il braccio può facilmente raggiungere la distanza di diversi metri dalla sua base sulla Terra con sufficiente precisione e una distanza anche maggiore in condizioni di gravità bassa come sulla Luna. Questa idea riduce il percorso che il robot deve affrontare e potrebbe addirittura evitargli una discesa completa fino al fondo del cratere lunare.

La capacità di David di scavalcare un ostacolo sabbioso e stata testata prima all’interno del laboratorio universitario usando una sabbia molto fina in grado di mantenere un’inclinazione di circa 40 gradi. Dopo gli incoraggianti risultati ottenuti in laboratorio, si è passati a testare all’esterno diversi tipi di ruote precisamente sulla spiaggia di Tirrenia e di Parco San Rossore, località vicino Pisa, dove il rover ha dimostrato di poter affrontare un’inclinazione di 35 gradi.

Pronto per andare sulla Luna, David ha debuttato ufficialmente davanti alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa e l’11 ottobre, la ‘squadra lunatica’, come loro stessi si definiscono, è partita alla volta delle Isole Canarie con un camion, viaggiando prima dall’Italia alla Spagna a bordo di un traghetto e poi dalla terraferma spagnola a bordo di un’altra nave verso la misteriosa isola dove avrà luogo la finale e dove la squadra prevede di arrivare con la loro attrezzatura tecnica al completo in tempo per un ultimo test e prove pratiche che inizieranno il 21 ottobre per poi arrivare alla gara finale del 24 e 25 ottobre.
 
 

Il nome dell’isola e la località precisa dove avrà luogo la gara saranno svelate al pubblico solo il 26 ottobre, al momento della proclamazione della squadra vincente da parte dell’ESA.

Questa decisione rientra nell’accordo tra l’ESA e le autorità delle Isole Canarie che hanno gentilmente messo a disposizione un paesaggio lunare, situato al centro di un parco naturale, che ha capacità molto limitate di accesso e sistemazione per i visitatori.

In modo da proteggere il sito da qualsiasi indesiderato disturbo, l’ESA ha rispettato la richiesta delle autorità responsabili del parco naturale di non attirare l’attenzione dei visitatori sulla gara.

Pur dovendo tenere lontani dal sito della gara le famiglie, gli amici e i colleghi delle squadre in gara, così come il pubblico interessato, sarà possibile condividere in tempo reale questa esperienza unica: il Telecom Lab di ESA/ESRIN, infatti, invierà sul sito una stazione satellitare trasportabile per la comunicazione che non solo permetterà alle squadre in gara di navigare in Internet e rimanere in contatto con i loro rispettivi istituti, ma permetterà di trasmettere i test di prova e la gara finale via Internet video streaming anche agli spettatori interessati in Europa e in tutto il mondo. Non appena conosciuti, parametri e tempi di trasmissione saranno annunciati su questo sito Internet.

Mentre i test di prova dal 21 al 23 ottobre si svolgeranno durante le ore del giorno con luce solare, le gare vere e proprie del 24 e 25 ottobre si svolgeranno la sera e a notte fonda in modo da simulare lo scenario lunare.

Il rover viaggerà dal sito di atterraggio all’orlo del cratere con la luce del sole mentre scenderà all’interno del cratere con il sole in ombra, che sulla Luna, dunque senza un’atmosfera, si traduce in un ambiente in totale oscurità che, invece, sulla Terra è possibile trovare solo in piena notte. I robots, quindi, saranno provvisti di luci in modo da navigare, localizzare e raccogliere campioni di suolo che simulano quelli lunari.

 

 

17 OTTOBRE 2008:

Lo spazio odora come una bistecca

Lo hanno rilevato astronauti dopo passeggiate spaziali

 

Lo spazio fuori dall'atmosfera terrestre ha un odore che ricorda quello di una bistecca in padella e del metallo riscaldato.Lo ha detto la Nasa, che ha chiesto a un'azienda britannica di ricreare in laboratorio quell'odore per usarlo nell'addestramento di chi deve andare in missione nello spazio. Lo strano mix e' stato riferito dagli astronauti che hanno compiuto passeggiate spaziali, che lo hanno avvertito sulle loro tute, indossate per uscire dallo Shuttle, una volta rientrati.  

 

 

16 OTTOBRE 2008:

Lavori in corso per il Telescopio Hubble

Telescopio in orbita da 18 anni non fa piu' le fotografie

 

Una squadra di 40 ingegneri ha cominciato dalla base Nasa del Maryland una difficile operazione di riparazione del telescopio Hubble. A causa di un guasto, Hubble non riesce piu' a scattare immagini e inviarle a Terra. Per questo da oggi gli esperti sono al lavoro per cercare di riattivare alcune funzioni di backup che 'dormono' nei computer del telescopio da 18 anni, da quando cioe' e' stato lanciato nello spazio. Il guasto a Hubble si e' prodotto un paio di settimane orsono.

 

 

 

12 OTTOBRE 2008:

XXVI Meeting Regionale degli Astrofili a Manduria

L'Associazione Culturale I. Newton programma il XXVI Meeting Regionale degli Astrofili da tenersi a Manduria (TA) 

Domenica 12 ottobre 2008

 

  • Chi volesse relazionare è pregato di inviare il titolo del proprio contributo (entro il 1° di ottobre) al seguente indirizzo: info@osservatorionewton.com

  • Sono invitati a partecipare all'incontro tutti coloro che desiderano aggiornarsi nella cultura astronomica o semplicemente soddisfare la propria curiosità verso la scienza più antica.

  • Sala Consigliare del Comune in Piazza Garibaldi.

  • Il Meeting è dalle ore 9 alle ore 17, con interruzione alle ore 13 per il buffé.

  • Itinerario:  

Per chi viene da Taranto: alla rotonda seguire le indicazioni  per Lecce e dopo il semaforo, attraversare il passaggio a livello (a destra), arrivare al piazzale della Stazione  ferroviaria e parcheggiare dove è possibile, anche lungo il viale Mancini. 

Per chi viene da Lecce: voltare a destra, secondo le indicazioni  per Taranto, e voltare a sinistra e attraversare il passaggio a livello (a sinistra), seguire le istruzioni come indicato sopra.

Per chi viene da Brindisi: al semaforo voltare a sinistra per Lecce e attraversare il passaggio a livello (a destra), seguire le istruzioni come indicato sopra.

 

 

11 OTTOBRE 2008:

"AstroGiocando" 1^ Giornata di Astronomia per bambini e ragazzi

Scuola Media - Uggiano la Chiesa

Dopo l'evento estivo del 13 luglio "Arte e Luna in piazza", l'A.S.L.A., sempre con la collaborazione del C.R.A. di Lecce, torna ad Uggiano la Chiesa presso la Scuola Media per un'intera giornata didattica che prende il nome di "ASTROGIOCANDO".

Ecco quale sarà il nostro programma:

Una lezione generale di geografia astronomica (da svolgersi in mattinata), con l’ausilio di filmati ed immagini proiettate tutte originali;

Osservazione del sole e sue (eventuali) macchie solari con telescopi dotati di apposito filtro, (sempre nella stessa mattinata);

Osservazione serale, con telescopi, di pianeti e oggetti celesti visibili nel corso della serata.

Approfondimenti su richiesta dei docenti.

 

 

8 OTTOBRE 2008:

La caduta di un bolide e la puntuale previsione

Alle 4:46 di ieri mattina (martedì 7 ottobre) un bolide estremamente luminoso ha illuminato il cielo del Sudan in Africa. Niente di strano, a parte il fatto che per la prima volta era stato previsto!

 

“Un piccolo asteroide, pochi metri di diametro, è stato scoperto lunedì mattina all’Osservatorio Di Monte Catalina in Arizona. I primi calcoli indicano un impatto SICURO con la Terra per il giorno dopo”.

Sembra un film di fantascienza. Invece è tutto vero. Fortunatamente l’oggetto è talmente piccolo che è bruciato completamente nell’atmosfera, dando luogo ad un luminoso bolide e niente più. Fenomeni simili capitano normalmente ogni qualche mese. La vera eccezionalità della situazione è che PER LA PRIMA VOLTA è stato predetto in anticipo un impatto di un oggetto celeste con il nostro pianeta. Ovviamente fosse stato più grande non saremmo a qui a parlarne con tanta tranquillità.

La traiettoria di 2008 TC3 (questo il suo nome) indica che il momento dell’esplosione è stato alle 4:46 (ora italiana) di martedì mattina (oggi) sopra il Sudan. Non è certo una regione che ha molto tempo per ammirare le meraviglie del cielo, ma può darsi che qualcuno si sia preparato a riprendere il fenomeno. E’ comunque eccezionale il fatto di aver saputo esattamente, e con largo anticipo, dove guardare. Ciò non è mai capitato. Nessun impatto asteroidale (sebbene piccolo) è mai stato predetto. E nemmeno si conoscono in anticipo le apparizioni delle stelle cadenti. Al limite possiamo sapere da dove -circa- arriveranno e in quale periodo di tempo. Facilmente ne vedremo tante, ma perderemo sicuramente le più belle perché staremo guardando l’orologio o mangiando un panino o chiacchierando con l’amico a fianco (la fortuna è cieca, ma la sfortuna ci vede benissimo …) Ma nessuno potrà mai puntare esattamente l’obiettivo verso la più grande e bella, aspettandola con calma e sicurezza. Questa volta si. Una piccola cosa, ma un vero record.

Se recupererò qualche immagine del fenomeno la farò aggiungere su questa pagina. Controllate quindi …

Aggiornamento ore 14.45

L’impatto del piccolo asteroide è stato confermato dall’equipaggio di un aereo della KLM che transitava relativamente vicino al Sudan (750 miglia nautiche a sud-ovest). La cartina che segue mostra con + la posizione dell’aereo e con 0 il luogo previsto dell’impatto. Non vi sono ancora video in rete.

Aggiornamento 8 ottbre ore 10.25

Un segnale infrasonico (bassa frequenza tra 0.02 e 20 Hz) è stato ricevuto in Kenia. Da questa segnalazione si è stabilito che l’energia di impatto dovrebbe essere stata tra 1.1 e 2.1 kiloton. La traiettoria dovrebbe essere stata leggermente diversa da quella prevista (vedi figura). Probabilmente qualche meteorite potrebbe aver raggiunto il suolo (ma vai a trovarle in quella regione …).L’ora esatta dell’urto è stata stabilita alle 4:43 ora italiana. Per ora nessuna immagine o video …

Ricordiamo ancora che ieri TG Leonardo ha parlato (unico caso?) del fenomeno e ha citato il nostro sito che è subito stato preso d’assalto! Un grazie di vero cuore alla cara amica Silvia Rosa-Brusin, che fa della correttezza e della professionalità la caratteristica principale del suo ottimo lavoro. Ce ne fossero tanti come lei …

 

 

 

 

5 OTTOBRE 2008:

Prima immagine di un probabile esopianeta

Solo una eccessiva pignoleria ci impedisce di parlare di momento storico per la planetologia extrasolare. Quel puntino luminoso immortalato a nord-est della giovane stella di tipo solare 1RSX J160929.1-210524 dal telescopio Gemini Nord grazie al fantastico connubio tra il sistema di ottiche adattive Altair e il Near-Infrared Imager (NIR) potrebbe infatti essere il primo esopianeta ad essere catturato in una immagine.
Il condizionale è imposto unicamente dal fatto che, finora, non è ancora stato provato che l'oggetto sia davvero orbitante intorno alla stella, anche se le possibilità che si tratti di un semplice allineamento prospettico sono davvero insignificanti. Ad ogni modo, nel volgere di un paio d'anni ogni dubbio residuo dovrebbe essere definitivamente rimosso. La scoperta è opera del team di David Lafrenière (University of Toronto) ed è parte di una ricerca più ampia che ha interessato un gruppo di giovani stelle, l'associazione stellare denominata Upper Scorpius, distanti circa 500 anni luce dalla Terra e formatesi circa 5 milioni di anni fa.
Grazie alle potenzialità strumentali del telescopio Gemini, i ricercatori non solo hanno tra le mani una storica immagine, ma hanno anche potuto ottenere preziose informazioni su quel possibile sistema planetario. La stella, per esempio, è abbastanza simile come massa al nostro Sole, mentre il potenziale pianeta ha massa circa otto volte quella di Giove e dista dalla stella ben 330 unità astronomiche, cioè oltre dieci volte la distanza che separa Nettuno, l'ultimo nostro pianeta, dal Sole. Lafrenière e collaboratori hanno inoltre potuto appurare che l'oggetto planetario ha una temperatura di circa 1500 °C. Un'esagerazione se confrontata con i -110 °C del nostro Giove, ma sicuramente troppo bassa per ipotizzare di avere a che fare con una stella o una nana bruna. Il confronto dello spettro con modelli teorici, inoltre, ha fornito l'indicazione che siamo in presenza di un oggetto di formazione molto recente.
Ed è proprio l'analisi accurata di giovani sistemi planetari la chiave di questo studio dei ricercatori dell'Università di Toronto: "Noi teniamo d'occhio le stelle giovani - spiega Marten van Kerkwijk, collaboratore di Lafrenière - perchè in tal modo gli oggetti planetari che possono ospitare non hanno ancora avuto tempo di raffreddarsi, dunque sono ancora sufficientemente brillanti".
Metodo certamente azzeccato. Visto il risultato, infatti, chi azzarderebbe una critica?
 

 

4 OTTOBRE 2008:

Cosa dicono gli esperti dell'Energia Oscura?

L’Energia oscura è al centro di una delle maggiori dispute scientifiche odierne. Un vero mistero, che potrebbe essere soltanto una pura illusione secondo alcuni fisici dell’Università di Oxford.

Sopra: Cambiamenti nella velocità di espansione dell’Universo a partire dalla sua nascita (circa 15 miliardi di anni fa). Più la curva è “morbida” tanto più veloce l’Universo si espande. Un brusco cambiamento sembra comparire circa 7,5 miliardi di anni fa. La teoria più accreditata dice che questo allontanamento reciproco così violento delle galassie potrebbe essere dovuto ad una misteriosa forza oscura. E se invece dipendesse solo dal nostro speciale punto di vista?

I moderni astrofisici stanno facendo i salti mortali per spiegare come mai l’Universo sembra espandersi ad un ritmo sempre maggiore. La spiegazione più accreditata tira in ballo una forza sconosciuta che tenderebbe ad accelerare l’espansione. Questa sarebbe a sua volta strettamente legata all’esistenza di una altrettanto misteriosa energia oscura. La spiegazione sembra a molti alquanto forzata, ma alcuni ricercatori teorici di Oxford hanno proposto un’alternativa ancora più “oltraggiosa”. Essi congetturano che quello che stiamo osservando dipenda soltanto dalla nostra posizione veramente “speciale” nell’Universo, ossia noi saremmo immersi in un enorme “vuoto”, in cui la densità della materia è estremamente bassa.

Questa ipotesi contrasterebbe duramente con il Principio Copernicano, che esclude qualsiasi diversità tra punti diversi del Cosmo. Lo stesso principio che aveva permesso al grande scienziato polacco di spostare la Terra dal centro del Sistema Solare e scegliere la più elegante teoria eliocentrica. L’energia oscura, pur essendo una spiegazione alquanto “stiracchiata”, non andrebbe contro il suddetto Principio.

La nostra posizione “speciale” sarebbe invece sconvolgente. Clifton, Ferreira e Land (gli ideatori della teoria) cercheranno di provare la loro idea attraverso una campagna osservativa diretta alle Supernove distanti. Speriamo comunque di non fermarci mai, prima o poi …