ARCHIVIO ASTRONEWS: ottobre 2011

 

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31 ottobre 2011:
Declassato ulteriormente il pianeta nano Eris, "compagno" di Plutone.

Nuovi dati rivelano che è più piccolo di Plutone

 
Eris, che finora aveva detenuto il primato di più grande pianeta nano del Sistema Solare, è stato 'ridimensionato'. I dati che lo dimostrano sono stati pubblicati su Nature da un gruppo internazionale di ricercatori, fra i quali alcuni italiani.
   Le nuove misure indicano che Eris è molto più piccolo di quanto si stimasse finora. Dopo aver perso pochi anni fa lo status di pianeta, Eris ha perso ora anche il primato di più grande tra i cosiddetti pianeti nani, risultando poco più piccolo di Plutone, anch'esso declassato nel 2006. Le nuove misure sono state rese possibili da un evento di occultazione: nel percorrere la sua orbita Eris ha infatti coperto con la sua 'ombra' una stella molto lontana, permettendo così di ottenere nuove informazioni.
    ''I dati raccolti finora derivavano da confronti della luce visibile e infrarossa - ha spiegato Gian Paolo Tozzi dell'Osservatorio di Arcetri dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e coinvolto nelle osservazioni di Eris - e i dati relativi alla luminosità, elevata, avevano prodotto una stima proporzionata alle dimensioni’’. Secondo le nuove misure Eris sarebbe più piccolo e avrebbe una grande luminosità dovuta probabilmente alla sua orbita molto eccentrica, che lo porta da una distanza minima dal Sole di 5,6 miliardi di chilometri e ad una distanza massima di 14,6 (circa il doppio di quella di Plutone).
   ''Sarebbe il calore della radiazione solare, nei periodi in cui si trova più vicino al Sole, a renderlo così 'bianco' - ha spiegato Tozzi - in quanto permetterebbe l'evaporazione degli strati esterni, ripulendo quindi la superficie dalle polveri raccolte nel tempo che lo renderebbero meno luminoso''. Questi stessi gas produrrebbero anche una sottile atmosfera temporanea.

 


 

25 ottobre 2011:
E' stata lanciata lo scorso 21 ottobre la Soyuz con i due satelliti Galileo.

Lancio avvenuto dalla base europea di Kourou (Guyana francese, America meridionale)

 

E' stata lanciata la Soyuz che ha a bordo i primi due satelliti del sistema di navigazione satellitare europeo Galileo, voluto da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea.
Il lancio, gestito dalla societa' Arianespace, e' avvenuto dalla base europea di Kourou, nella Guyana Francese e segna un doppio traguardo per l'Europa. Oltre al debutto ufficiale del sistema Galileo, il lancio costituisce il debutto della navetta Soyuz nella famiglia dei lanciatori europei, accanto all'Ariane 5 e al Vega.

Il sistema europeo di navigazione satellitare Galileo ha finalmente iniziato la corsa finale verso la fase operativa, prevista tra il 2014 e il 2015 con 18 satelliti operativi sui 30 della costellazione, che dovrebbe essere completata nel 2020.

Costato finora 3,4 miliardi di euro, Galileo e' uno dei fiori all'occhiello dello spazio europeo e promette di dare all'Europa una piena autonomia nel campo della navigazione satellitare. I due satelliti lanciati oggi sono i primi dei quattro che permetteranno di eseguire la Validazione in orbita del sistema; il lancio degli altri due e' in programma per l'inizio del 2012. Assemblaggio, validazione e test di questi quattro primi satelliti sono stati eseguiti in Italia, negli stabilimenti di Roma della Thales Alenia Space (Thales-Finmeccanica). L'azienda e' tra i principali partner del progetto dagli inizi: ha definito l’architettura dell’intero sistema di Galileo per conto dell’Unione Europea, è responsabile della ingegneria del sistema globale per l’Esa e della progettazione e sviluppo del Segmento di controllo a terra e dei maggiori sottosistemi del segmento spaziale.

Per il 2014 dovrebbero essere lanciati i primi 14 satelliti del sistema, sui 30 complessivi. I 30 satelliti (27 dei quali operativi e tre di riserva) saranno collocati in un'orbita media, a circa 24.000 chilometri dalla Terra. Ciascun satellite pesa circa 700 chilogrammi, ha le dimensioni di poco piu'di 3 metri per 1,5 (con i pannelli solari chiusi) e una vita operativa prevista di circa 12 anni. Galileo permettera' cosi' di controllare.
la sicurezza del trasporto stradale, aereo, ferroviario e marittimo, inoltre fornira' dati utili per agricoltura, telecomunicazioni, geodesia, cartografia, ricerche petrolifere e minerarie.

 


 

20 ottobre 2011:
Il satellite Rosat, il 2° in un mese, impatterà l'atmosfera della Terra.

Domenica 23 il giorno più probabile per l’impatto nell’atmosfera Rischio caduta frammenti, impossibile prevedere dove.

 

A nemmeno un mese dal rientro del satellite americano Uars, un altro satellite si prepara a rientrare nell'atmosfera probabilmente il 23 ottobre. Si tratta di Rosat (ROentgen SATellite), il telescopio spaziale per l'osservazione del cielo ai raggi X lanciato nel 1990 dalla Nasa e gestito dall'Agenzia spaziale tedesca Dlr.

Proprio come e' accaduto un mese fa, non si esclude che i materiali fortemente resistenti al calore che costituiscono il satellite possano in parte 'sopravvivere' all'impatto con l'atmosfera. Tanto che, secondo le stime della Dlr, almeno una trentina di frammenti potrebbero raggiungere la Terra nel raggio di circa 80 chilometri. Il piu' grande potrebbe probabilmente essere il grande specchio del telescopio spaziale, dal peso di 1,7 tonnellate. Tuttavia, proprio come e' accaduto un mese fa, al momento non e' possibile prevedere su quale area della Terra potra' avvenire l'impatto perche' sono numerosi i fattori che influenzano il movimento del satellite e che fino all'ultimo istante possono orientarlo diversamente.

Poiche' il telescopio spaziale non ha a bordo un sistema di propulsione, a partire dalla fine della missione, nel 1999, non e' stato possibile manovrarlo in modo da controllare la fase di rientro. Nei nove anni della sua carriera Rosat ha funzionato su un'orbita ellittica posta fra 585 e 565 chilometri dalla Terra e al termine della sua vita operativa ha cominciato a perdere progressivamente quota per effetto dell'attrazione terrestre finche' nel giugno scorso si trovava a soli 327 chilometri dalla Terra.

 


 

14 ottobre 2011:
Osservata una montagna alta 22 km sull'asteroide Vesta.

Le immagini inviate a Terra dalla sonda Dawn della Nasa.

 

E' alto quasi tre volte l'Everest, il monte che si trova nei pressi del Polo Sud dell'asteroide Vesta. Le immagini straordinarie di questo paesaggio alieno sono state inviate a Terra dalla sonda della Nasa Dawn e saranno presentate nella conferenza annuale della Società di Geologia Americana, a Minneapolis.

Con i suoi 22 chilometri di quota, la montagna di Vesta è una delle più alte del Sistema Solare ed è stata osservata anche grazie allo strumento italiano Vir (Visual and Infrared Spectrometer), realizzato da Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Istituto nazionale di astrofisica (Inaf).

Altre immagini appena diffuse dalla Nasa mostrano un'altra imponente struttura: anche questa si trova nei pressi del Polo Sud dell'asteroide ed è una grande scarpata prodotta, secondo i ricercatori, da una serie di frane. La sonda Dawn è entrata nell'orbita di Vesta nel mese di luglio scorso. Situato a 188 milioni di chilometri dalla Terra, nella fascia compresa tra Marte e Giove, questo asteroide ha un diametro di 530 chilometri ed è il secondo più grande fra quelli che popolano questa zona, che ospita veri e propri fossili del Sistema Solare. La sonda Dawn osserverà Vesta fino al luglio 2012, dopodiché si dirigerà verso il pianeta nano Cerere, dove l'arrivo è previsto nel 2015.

 


 

10 ottobre 2011:
Non ci sono dubbi: gli oceani sono stati originati dalle comete.

Le prove nella cometa Hartley 2.

 

Per la prima volta è stata scoperta su una cometa acqua ghiacciata identica all'acqua degli oceani della Terra. Il risultato, annunciato su Nature, si deve a uno studio che ha analizzato il ghiaccio della cometa 103P/Hartley 2 ed è stato coordinato dal tedesco Paul Hartogh dell'istituto tedesco Max-Planck di Lindau. Possibile grazie al telescopio spaziale Herschel dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Nasa lo studio dà corpo alla teoria secondo cui l'acqua sulla Terra potrebbe essere stata portata da una pioggia di comete.

Secondo gli esperti la Terra sarebbe nata arida e soltanto dopo 8 milioni di anni dalla sua formazione si sarebbe arricchita d'acqua, portata dalle comete o dagli asteroidi. Per molto tempo ha prevalso l'ipotesi che siano stati gli asteroidi la più probabile fonte di acqua per la Terra, ma quest'ultima scoperta rende sempre più fondata l'idea che l'apporto delle comete potrebbe essere stato molto importante.

I ricercatori hanno scoperto che il ghiaccio della cometa Hartley 2 e gli oceani della Terra hanno una composizione simile, ovvero hanno un rapporto simile fra deuterio e idrogeno. Il deuterio, spiegano i ricercatori è un isotopo dell'idrogeno, cioé è un atomo di idrogeno con un peso diverso. Definito anche idrogeno pesante, il deuterio ha un neutrone in più nel nucleo. Come negli oceani terrestri, l'acqua di questa cometa ha un atomo di deuterio ogni 6.200 atomi di idrogeno. Per questa ragione ''comete come Hartley 2 - ha osservato Hartogh - devono essere prese in considerazione quando cerchiamo i corpi celesti che hanno potuto portare l'acqua sul nostro pianeta''.

Grazie a Herschel è stata analizzata anche la composizione del ghiaccio di altre sei comete, ma solo il ghiaccio di Hartley 2 ha mostrato una somiglianza con gli oceani terrestri. Gli astronomi ipotizzano che Hartley 2 sia nata in una differente parte del Sistema Solare rispetto alle altre sei, probabilmente si è formata nella fascia di Kuiper la cintura di oggetti freddi e ghiacciati che circonda il Sistema Solare e che si trova oltre l'orbita di Nettuno, a una distanza a circa 30 volte dal Sole rispetto alla Terra. Le altre sei sarebbero partite da una regione ancora più lontana, la cosiddetta Nube di Oort.

 


 

4 ottobre 2011:
Sabato 8 ottobre, ore 20:45, l'attesissimo evento de "LA PIOGGIA DI STELLE CADENTI" (coincidente con l'International Observe the Moon Night).

Sabato 8 ottobre

UN'INCREDIBILE "TESPESTA" DI STELLE CADENTI

International Observe the Moon Night

INFO e PRENOTAZIONI al num. 328/8356836

Ottobre è pronto a regalarci un evento straordinario…

Le Draconidi, meteore o “stelle cadenti” poco conosciute, si preparano a uno spettacolo che, secondo le previsioni, sarà il più cospicuo del genere negli ultimi 25 anni, perfettamente visibile dall’Italia e dal nostro Salento nella prima serata dell’8 ottobre. Infatti la Terra passerà dentro un gruppetto di polveri rilasciati nello spazio da una cometa circa 100 anni fa: sarà una pioggia di stelle cadenti di cui i Visitatori dell’Osservatorio Astronomico “San Lorenzo” di Casarano saranno testimoni “oculari”, con un picco di intensità previsto intorno le 21:30. Circa 800 scie luminose all’ora solcheranno il cielo dando vita ad uno spettacolo davvero unico ed emozionante. Otre all’Osservazione, che sarà l’attività principale della serata e che riguarderà anche il “gigante gassoso” Giove e la Luna con i suoi crateri ed i suoi “mari”, ci sarà tempo per assistere all’immancabile spettacolo nel Planetario digitale 3D e alla visita guidata nel ricchissimo Museo del Cosmonauta, da pochi giorni arricchito da interessanti cimeli degli astronauti delle missioni Apollo e di Yuri Gagarin.

La serata coincide con l’International Observe the Moon Night, evento dedicato alla Luna prossima alla sua fase di Piena, con la collaborazione dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) e l’UAI (Unione Astrofili Italiani. Per l'occasione i partecipanti saranno omaggiati di una cartina lunare formato maxi. La serata, inoltre, sarà nuovamente allietata da una piccola lotteria che permetterà ai presenti di portarsi a casa alcuni bellissimi “ASLA Gadget Spaziali”. Inizio alle ore 20:45

 


 

1° ottobre 2011:
Domenica 2 e lunedì 3 ottobre l'evento "A SPASSO SULLA LUNA.. CON UN SBIRCIATINA A GIOVE!", alle 20:30 presso la nostra Struttura.
 

Domenica 2 e lunedì 3 ottobre

A spasso sulla Luna... con una sbirciatina a Giove!

INFO e PRENOTAZIONI al num. 328/8356836

L’A.S.L.A. Associazione Astronomica “San Lorenzo di Casarano, anche a ottobre, dedica ancora due serate alla “Sorella Luna”: il nostro unico satellite naturale, nei giorni della sua fase migliore per l’osservazione (primo quarto) non esiterà di regalare ai presenti grandi emozioni. Il potente telescopio dell’Osservatorio Astronomico, con i suoi diversi ingrandimenti, darà la possibilità ai Visitatori di “passeggiare” sulla sua superficie, tra i suoi enormi crateri; si potranno ammirare anche altri affascinanti oggetti celesti, come il pianeta "Giove", il grande Ammasso stellare M13, la Galassia di Andromeda.

Le osservazioni saranno seguite dalle spiegazioni degli esperti.

Come sempre, le serate saranno completate dallo spettacolo coinvolgente nel modernissimo Planetario digitale 3D e dalla visita guidata nel Museo del Cosmonauta, arricchito maggiormente da pochi giorni.

Inizio alle ore 20:30.