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INQUINAMENTO LUMINOSO: cos'è?

Il concetto di inquinamento luminoso è ormai noto perfino al grande pubblico, eppure esistono ancora amministratori e addetti ai lavori che ignorano o "vogliono ignorare" il fenomeno e le problematiche ad esso connesse.

In generale si definisce "inquinamento" tutto quello che in natura non era previsto esserci. Purtroppo oggi bisogna accettare l'idea che vi sono vari tipi di inquinamento:

  • inquinamento acustico prodotto da rumori in una zona solitamente tranquilla e silenziosa;
     

  • inquinamento atmosferico è la presenza di smog laddove naturalmente avrebbe dovuto esserci solo aria pura e salubre;
     

  • inquinamento da rifiuti prodotto dalla presenza di materiale estraneo all'ambiente proveniente dagli scarti umani e industriali.

    A questo punto si può definire l'inquinamento luminoso come dispersione nel cielo notturno di luce prodotta da sorgenti artificiali, al di fuori degli spazi che sono necessari illuminare. Solitamente si tratta di impianti per impianti di illuminazione esterna notturna, ma a volte esso è prodotto anche da illuminazione interna come quelle delle vetrine di negozi illuminati a giorno e lasciati accesi per tutta la notte.

    Si può facilmente capire quali conseguenze comportino i vari tipi di inquinamento e quali danni alle persone e all'ambiente vengano da essi provocati. Solo l'inquinamento luminoso resta talvolta di "difficile comprensione" a meno che non riflettiamo su un fatto molto semplice e cioè: l'alternarsi della luce e del buio regola le piante e i cicli degli animali e soprattutto degli uomini da milioni di anni.

    L'inquinamento luminoso inoltre impedisce a tutti, non solo agli astronomi professionisti e dilettanti, di fruire dello spettacolo del cielo stellato.

    Fatto gravissimo in quanto l'Astronomia ha sempre rappresentato e rappresenta tutt'ora un'importante via d'accesso attraverso la quale il grande pubblico può avvicinarsi e comprendere la cultura scientifica. Solitamente il contatto della gente con la Scienza può avvenire solo attraverso libri, riviste o documentari; nel caso dell'Astronomia il contatto avviene anche direttamente con quel laboratorio scientifico che è il Cielo Stellato. Va anche ricordato che tutto il patrimonio di conoscenze astronomiche acquisite dall'uomo nel periodo che va dal Paleolitico, almeno, sino all'avvento del telescopio, e non è poco, è stato ottenuto solo ad occhio nudo. Il cielo notturno, quindi, è un bene di tutti e deve essere protetto.

    Se si riflette, almeno in prima approssimazione, si nota che una delle caratteristiche dell'inquinamento luminoso è data dal fatto della sua mancanza di vantaggi. Eppure riflettendo meglio, l'inquinamento luminoso è l'unico inquinamento dove disinquinare si guadagna. Ad esempio:

  • Si potrebbero risparmiare in una nazione come l'Italia 464.645 tonnellate di combustibile.

  • Si avrebbe una bolletta energetica dell'importazione di combustibili meno cara di circa 35 milioni di euro.

  • Non si immetterebbero nell'atmosfera 1.356.000 tonnellate di anidride carbonica.

  • Non si brucerebbero 1.480.000 tonnellate di ossigeno.

  • Si risparmierebbero 9 milioni di imposte per le aziende produttrici di energia elettrica, quindi bollette meno care per i cittadini.

  • I Comuni e i cittadini risparmierebbero 150/200 milioni di euro per la diminuzione del flusso luminoso verso il cielo.

  • La collettività risparmierebbe decine di milioni per l'uso di lampade con maggiore efficienza luminosa.

    Dopo questi ragionamenti resta difficile spiegare la presenza dell'inquinamento luminoso e contemporaneamente affermare che il livello culturale degli addetti ai lavori non risulti quanto meno "retrogrado".

    Quanto detto può anche essere ignorato dal comune cittadino, ma gli addetti ai lavori, non hanno il diritto di non conoscere questi concetti. Illuminare puntando a casaccio i riflettori porta spese maggiori e meno luce dove serve.

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