ARCHIVIO ASTRONEWS: dicembre 2010

 

Home

Elenco Archivio


21 dicembre 2010:
Questa sera, mezz'ora prima di mezzanotte, si entra nel Solstizio d'Inverno.
...e per la Notte più lunga dell'anno "due serate speciali" (22 e 23) alla Struttura!
Alle ore 23.34 di questa sera (21 dicembre), si verifica il solstizio d’inverno e si entra ufficialmente nell’inverno astronomico. Il sole raggiunge la sua massima distanza al di sotto dell’equatore celeste (circa -23,27°), e l’arco apparente descritto da sud-est a sud-ovest è ridotto al minimo, con il risultato di avere il giorno più corto dell’anno.
Ma come…
Non era Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia?

Contrariamente a quanto si pensa, il 13 dicembre (Santa Lucia) non è il giorno più corto dell’anno. In realtà in prossimità del 13 dicembre si verifica il periodo in cui il Sole tramonta prima. Il primato del giorno più breve dell’anno spetta invece al giorno del solstizio d’inverno (o al giorno immediatamente successivo, come in questo caso).

Dati alla mano, in effetti il giorno 22 il Sole tramonta alle 16.42, circa 3 minuti dopo rispetto al 13, ma anche il suo sorgere è ritardato di alcuni minuti (ben 6 rispetto al 13), avendo luogo alle 7.35: a conti fatti, il Sole resta sopra l’orizzonte circa 3 minuti in meno rispetto al giorno 13. Possiamo quindi affermare che il giorno più corto del 2010 è il 22 dicembre.

Per definizione, il solstizio in astronomia è definito come il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l'eclittica, il punto di declinazione massima o minima [1]. Il fenomeno è dovuto alla inclinazione dell'asse di rotazione terrestre rispetto l'eclittica; il valore di declinazione raggiunta coincide con l'angolo di inclinazione terrestre e varia con un periodo di 41000 anni tra 22.1° e 24.5°. Attualmente è di 23°27' e l'angolo è in diminuzione.

Il Sole raggiunge il valore massimo di declinazione positiva nel mese di giugno in occasione del solstizio di estate boreale, mentre raggiunge il massimo valore di declinazione negativa in dicembre, in occasione del solstizio di inverno boreale, corrispondente all'estate nell'emisfero australe. I

Il fenomeno del Solstizio ritarda di circa sei ore ogni anno (5 ore, 48 minuti e 46 secondi per la precisione), salvo subire un nuovo riposizionamento indietro ogni quattro anni, in conseguenza degli anni bisestili, introdotti proprio per evitare un progressivo disallineamento delle stagioni con il calendario. A causa di queste variazioni può capitare che il solstizio astronomico cada il 20 o il 21 giugno per l'estate nell'emisfero nord o il 21 o 22 dicembre per l'inverno nell'emisfero nord.


19 dicembre 2010:
Dopo 33 anni la sonda Voyager 1 ha superato la barriera del vento solare.
Voyager 1 ha sicuramente raggiunto una regione esterna alla sfera d'influenza del vento solare. I primi segni di questo storico traguardo si erano avuti lo scorso giugno, quando la sonda si trovava a circa 17 miliardi di km dalla Terra, distanza raggiunta dopo quasi 33 anni di viaggio.
Era però necessario attendere alcuni mesi a causa delle fluttuazioni del vento solare e dell'ambiente turbolento in cui sta sfrecciando ora la navicella, una regione denominata "heliosheath", che rappresenta la parte più esterna dell'eliosfera e nella quale ci si attende che il vento solare possa essere definitivamente rallentato dal mezzo interstellare.
I ricercatori impegnati nelle misurazioni, fra i quali Rob Decker (Johns Hopkins University, Laurel, Md) e Ed Stone (California Institute of Technology, Pasadena) si sono resi conto dell'azzeramento della velocità in uscita del vento solare analizzando i dati raccolti dal Low-Energy Charged Particle Instrument installato a bordo del Voyager 1.
Quando le particelle cariche appartenenti al vento solare sono risultate impattare lo strumento a una velocità uguale a quella dello stesso Voyager (circa 61mila km/h) si è avuta la certezza che erano in realtà ferme rispetto al sensore.
Nel disegno in alto sono indicate le traiettorie dei due Voyager e le varie zone di influenza del Sole e dello spazio interstellare. Entro 4-5 anni il Voyager 1 raggiungerà il confine dell'eliopausa, e da navicella interplanetaria diverrà la prima vera navicella interstellare. A quel punto incontrerà il cosiddetto "bow shock", un ambiente a bassa densità dove le particelle diffuse tipiche dello spazio interstellare vengono compresse dall'eliosfera.

16 dicembre 2010:
Partita ieri sera la Soyuz con l'italiano Paolo Nespoli verso la ISS.
Un lancio perfetto quello di ieri sera alle 20:09 ore italiane, nel cielo notturno e freddissimo della base russa di Baikonur, nel Kazakhstan: è cominciata la missione MagISStra, con Paolo Nespoli, il primo astronauta italiano ad affrontare sei mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale, il terzo astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) ad affrontare una missione di lunga durata.

Un applauso entusiasta ha accolto le immagini del lancio, trasmesse in diretta nel Palazzetto dello sport di Verano brianza (Milano), il paese in cui è cresciuto Paolo Nespoli. A seguire il suo "viaggio verso le stelle" c'erano tutte le persone più vicine: la famiglia, con la madre, il fratello Raul, e le sorelle Antonella e Lia e nipotine, e poi gli amici d'infanzia, il gruppo "Toto 13" che in piazza ha allestito il tabellone con il conto alla rovescia. Tantissimi i gadget, dal grande panettone dedicato alla missione MagIsstra alle magliette rosse e bianche sulle quali sono stampate alcune frasi di Paolo Nespoli, come "guardate avanti e puntare in alto: le stelle non sono poi così lontane", il nome dell'astronauta in cirillico, bandierine italiane. C'é anche uno speciale annullo filatelico dedicato alla missione. "Divertiti!" , gli ha augurato da Verano Brianza la neo-diplomata astronauta dell'Esa Samantha Cristoforetti.

Ed è in allegria che Nespoli ha inviato il suo ultimo messaggio su Twitter prima della partenza: "volare, oh oh, cantaree oh oh oh oh, inseguiamo insieme i sogni, a presto". Nato nell'anno dello Sputnik che ha dato il via all'era spaziale, a 53 anni Paolo Nespoli si prepara ad affrontare una missione davvero intensa, nella quale il 12 aprile celebrerà a bordo i 50 dal volo di Yuri Gagarin, il primo uomo nello spazio, Con lui festeggeranno i suoi compagni di equipaggio della Stazione Spaziale, il il russo Dmitri Kondratyev,, e l'americana Catherine Coleman.

Sei mesi non saranno poi molti per portare a termine i numerosi compiti della missione, con 30 esperimenti di fisologia umana, fisica dei fluidi e astrofisica. A partire da febbraio Nespoli farà anche il giardiniere: tra i suoi compiti c'é anche quello di coltivare in due piccole serre la lattuga e la pianta più studiata dai genetisti, l'Arabidopsis thaliana. Sarà poi ambasciatore della buona alimentazione dei bambini, con la Mission X, che insegna ai più piccoli a nutrirsi in modo sano e a fare esercizio fisico. Sarà anche un fotografo molto speciale perché ogni giorno invierà a Terra immagini prese a bordo con una videocamera 3D.


11 dicembre 2010:
Anche la scuola di Collepasso termina presso il Museo il PON di Astronomia.

Nella serata di ieri, sabato 10 dicembre, 26 ragazzi (accompagnati da alcuni genitori) frequentanti le classi terze della Scuola Media via del Bosco di Collepasso (Le), hanno portato a termine il PON 2010 di Astronomia (della durata di 15 ore) curato dalla nostra Associazione nel corso di 6 incontri nel mese di novembre presso l'Istituto (per le lezioni teoriche) e il Largo Castello dello stesso Comune (per le lezioni osservative).

Le finalità del PON sono state quelle di perfezionare e completare il programma didattico di geografia astronomica intrapreso dalle docenti di Scienze.

I partecipanti, nonostante le avverse condizioni meteo, hanno visitato il nostro Museo del Cosmonauta, rinunciando necessariamente alle osservazioni sul nostro Osservatorio Astronomico "San Lorenzo".

Durante l'incontro sono stati corretti e comunicati i risultati finali dei Test di Verifica: tutti i corsisti hanno rispettato le aspettative di tutor ed esperti per i punteggi raggiunti!

A seguire, sono stati proiettati su maxi-schermo il "trailer" del Museo e le "3D Space Images".

Al termine della serata, dopo la tradizionale "foto di gruppo", la nostra associazione ha voluto omaggiare i ragazzi di una foto-ingrandimento dell'Eclissi Parziale di luna del 16 agosto 2008, con la cornice offerta dallo sponsor MTP ART GALLERY.

Un ringraziamento particolare al Preside dell'Istituto, alle docenti e ai tutor per la fiducia dimostrataci!


10 dicembre 2010:
Ma la sonda giapponese Akatsuki ha raggiunto Venere?
Era previsto che la sonda giapponese Akatsuki, di circa 460 kg, accendesse il suo motore principale per circa 12 minuti intorno alle 2349 UTC di lunedì, diminuendo così abbastanza la velocità per essere catturata dalla gravità di Venere.

Gli ingegneri hanno confermato l’accensione del propulsore prima che Akatsuki passasse dietro Venere, cosa che avrebbe dovuto bloccare le comunicazioni per 22 minuti. Purtroppo, trascorso questo tempo, i tecnici non hanno rilevato la ripresa delle comunicazioni con Akatsuki come programmato, facendo cadere nello sconforto il centro di controllo missione a Sagamihara, in Giappone. I controllori hanno finalmente ricevuto i segnali dalla sonda alle 0128 UTC di martedì e i tecnici giapponesi sono all’opera per valutarne la posizione in modo da determinare se è entrata in orbita.

L’accensione per la frenatura e l’ingresso in orbita è realmente iniziata in orario e nella posizione giusta, ma quando le comunicazioni con la sonda si sono ristabilite, Akatsuki era in safe mode. Pare che subito dopo la scomparsa del Venus Climate Orbiter dietro il disco del pianeta, il veicolo abbia avuto un problema e sia appunto entrato in safe mode, interrompendo la spinta e fallendo così l’ingresso in orbita. Per questo motivo il centro di controllo ha faticato a recuperare il collegamento ed il blackout è durato oltre 90 minuti invece dei previsti 22.

Ora la sorte della sonda è in mano alle meccaniche orbitali e in base ai calcoli effettuati, basati sull’attuale rotta, risulta che la sonda si avvicinerà nuovamente a Venere fra sei anni


7 dicembre 2010:
Fotografato sul Sole un filamento magnetico lungo 400 mila km.
Fotografato dall'osservatorio solare Sdo della Nasa.
Un filamento magnetico lungo oltre 400.000 chilometri sta serpeggiando intorno al Sole, nella zona sud-orientale della stella. Lo ha fotografato l'osservatorio solare della Nasa Sdo (Solar Dynamics Observatory) nelle prime ore di oggi.

Per gli astronomi non e' una sorpresa perche' da diversi giorni un'altra missione della Nasa, Stereo B, sta tenendo d'occhio l'attivita' solare. Al momento la lunga struttura sembra sospesa sulla superficie del Sole e non mostra segni di instabilita'.


3 dicembre 2010:
Analizzata l'atmosfera della super-Terra scoperta nel dicembre 2009.
Vengono presentati nell'edizione odierna di Nature i risultati dell'analisi effettuata sull'atmosfera del pianeta GJ 1214b. Si tratta di una super-Terra scoperta nel dicembre 2009, grande 2,7 volte il nostro pianeta e con una massa 6,5 volte superiore. Orbita attorno a una nana rossa (lontana dalla Terra 40 anni luce), dalla quale dista mediamente solo 2 milioni di km, e sul disco della quale transita periodicamente.
Grazie ai transiti è stato possibile stimarne il diametro, che rapportato alla massa ha da subito lasciato ipotizzare la presenza di un'atmosfera, la cui esistenza viene ora confermata da astronomi della NASA, che con il Very Large Telescope l'hanno analizzata nel vicino infrarosso (fra 780 e 1000 nanometri), nel tentativo di riconoscervi le tracce degli elementi chimici che la compongono.
Il momento propizio per farlo è ovviamente nel corso dei transiti, quando la luce della stella viene filtrata dall'atmosfera planetaria, e gli elementi chimici presenti in quest'ultima ne assorbono una minima parte in corrispondenza di determinate lunghezze d'onda, tradendo così la loro presenza.
Benché nessun elemento chimico sia stato riconosciuto, proprio questo fatto (unito ad altre informazioni raccolte durante le osservazioni), spiegabile con un'atmosfera meno spessa e densa di quanto creduto, ha permesso di caratterizzare l'atmosfera stessa con maggiore precisione, restringendo il quadro descrittivo a due sole possibilità: uno strato uniforme di vapore d'acqua, disposto attorno al pianeta come un oceano, ma troppo caldo per mantenersi allo stato liquido; oppure una coltre nuvolosa (sovrastante una superficie rocciosa e ghiacciata), composta principalmente di idrogeno ed elio.
Anche se rimane l'incertezza, come fa notare David Carbonneau, leader del team che scoprì GJ 1214b, in meno di 10 anni si è passati dallo studio approssimativo di atmosfere di pianeti giganti, allo studio accurato di quelle appartenenti a pianeti di taglia poco più che terrestre, cosa che rende sempre più vicino il passo decisivo di indagare atmosfere di pianeti grandi come la Terra, alla ricerca di tracce di elementi potenzialmente prodotti da forme di vita.