ARCHIVIO ASTRONEWS: febbraio 2009 |
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DAL 23 AL 28 FEBBRAIO 2009: Venite da noi ad osservare la cometa Lulin! In occasione del passaggio della cometa Lulin, la minima distanza dalla Terra il giorno 24 febbraio, la nostra associazione organizza una serie di serate consecutive (dal 23 al 28) per permettere a tutti gli appassionati di assistere all'attesissimo spettacolo, sperando nella clemenza delle condimeteo. Ricordo a tutti che l'osservazione sarà possibile, con molta probabilità, solo tramite l'utilizzo del telescopio, anche se l'ultima cometa 17/P Holmes si è rivelata una grande sorpresa, rendendosi visibile anche ad occhio nudo... aspettiamoci di tutto! Questo è un filmato scaricato dal web della cometa ripresa la scorsa settimana:
Una bellissima immagine ripresa il 7 gennaio in Malaysia da Karzaman Ahmad Come riportato nel "Cielo di febbraio", la cometa Lulin (C/2007 N3) è stata scoperta da astronomi di Taiwan e della Cina nel 2007. Dopo aver eseguito il suo giro di boa intorno al Sole si sta avvicinando al nostro pianeta, fino a raggiungere la minima distanza il 24 febbraio (0.41 Unità Astronomiche). Le stime attuali dicono che potrebbe arrivare fino alla quinta magnitudine, ma le sorprese (anche positive) non si possono mai escludere quando si tratta di luminosità di comete. Quindi conviene essere pronti all’eventuale spettacolo. Tuttavia, basterà un buon binocolo o un piccolo telescopio per “catturarla”, tempo permettendo. La cometa Lulin è particolarmente interessante perché mostra il fenomeno dell’anticoda. Ossia si vede sia una coda normale che una coda diretta in senso opposto. Questo capita a causa di un effetto prospettico dovuto alla posizione relativa Terra-cometa-Sole. In realtà la nostra Lulin ha le solite due code (gassosa e polverosa) che sono relativamente vicine l’una all’altra, ma la prospettiva le fa vedere divergenti, come illustrato nella figura.
La
cometa
passerà dalla costellazione della Libra a
quella della Vergine e poi del Leone.
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21 FEBBRAIO 2009: Esplosione catastrofica nello spazio Telescopio Fermi misura ritardo in viaggio di 12 miliardi anni
Il telescopio spaziale 'Fermi' ha visto una catastrofe cosmica frutto del collasso di una stella distante 12 miliardi di anni luce. A questo e' collegato un fenomeno che ha messo in allerta i fisici di tutto il mondo: le particelle di luce (fotoni) ad alta energia emesse nel lampo gamma possono avere una velocita' diversa rispetto a quelle di minore energia emesse nello stesso momento dalla stessa sorgente. Ed e' stato misurato il ritardo: 5 secondi su un viaggio di 12 miliardi di anni
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18 FEBBRAIO 2009: Bolide dalle parti di Roma: è aperta la caccia!
Venerdi 13 Febbraio alle
20h03m29s UT e' stata
catturata da due
stazione video del
centro Italia un grosso
bolide di magnitudine
-15/ -17
Da i calcoli fatti
usando le due stazioni
video,
Diego Valeri,
uno dei due astrofili
che hanno registratio
l'evento e di cui
vediamo l'immagine, ha
calcolato un' alta
percentuale di
probabilita' che
l'oggetto sia arrivato
sulla terra.
.Roberto Haver cell. 328.6134705 e-mail: me3540@mclink.it |
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14 FEBBRAIO 2009: Collisione tra satelliti: è la prima volta! Collisione in orbita tra satelliti USA e russi... ed è rischio detriti
Un satellite americano per le comunicazioni, di proprieta' di una societa' privata, si e' scontrato in orbita con un satellite russo. Lo ha riferito un portavoce militare americano. Si tratta della prima collisione del genere nello spazio. Lo scontro ha riguardato un veicolo spaziale della Iridium Satellite Llc e un satellite russo, anch'esso per comunicazioni ma 'non operativo', ha spiegato il tenente colonnello dell'aviazione Les Kodlich, del Comando strategico Usa. Non solo. C'e' un rischio di detriti nucleari dopo lo scontro. Lo afferma un esperto russo. ' "Dopo la collisione i frammenti si sono allontanati in varie direzioni,anche ad altezze dove sono 'sepolti' vecchi satelliti sovietici usati per seguire le flotte di potenziali nemici e dotati di reattori nucleari",ha detto. "C'e' il pericolo di una collisione con questi vecchi satelliti con la conseguente formazione di una cintura di schegge radioattive". Cliccando sul seguente link, troverete un filmato che simula e spiega la collisione (Euronews): http://www.euronews.net/it/article/12/02/2009/experts-track-satellite-crash-space-debris/ |
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2 FEBBRAIO 2009: Raggi gamma a 30mila anni luce dalla Terra Campi magnetici potentissimi in un oggetto a 30mila anni luce dalla Terra
Un Universo molto
più violento di quel
che pensavamo. È
quello che ci
mostrano le ultime
rilevazioni di SWIFT
e FERMI, due
telescopi orbitanti
realizzati dalla
NASA (lanciati
rispettivamente nel
2004 e 2008) con
l’importante
contributo
dell’Agenzia
Spaziale Italiana. A
30mila anni luce
dalla Terra sono
state individuate
emissioni ripetute
di raggi gamma
“soft” (di bassa
frequenza)
provenienti da una
stella rotante su se
stessa con un campo
magnetico 1000 volte
più potente di
quello di una
Pulsar. L’oggetto in
questione,
tecnicamente una “Magnetar”,
una stella
super-magnetica, è
il particolare
risultato del
collasso di una
Supernova. “Si
tratta di fenomeni –
spiega Paolo Giommi,
responsabile
dell’ASI Science
Data Center – che
prima conoscevamo
molto poco, ma che
ora possiamo
studiare meglio
grazie proprio a
questi nuovi
strumenti che
rendono visibili
cose fino a poco
tempo fa
invisibili”.
L’oggetto individuato da SWIFT e FERMI (che lo hanno osservato rispettivamente nella banda X e nella banda Gamma) si trova nella costellazione NORMA ed è stato chiamato SGR J1550-5418. E’ una stella di neutroni e, come gli altri risultati dell’implosione di una Supernova, ha due caratteristiche peculiari. La prima, di essere straordinariamente “denso” (in 12 miglia di diametro contiene più massa del Sole). La seconda, di ruotare su se stesso molto più lentamente di una normale Pulsar. Tra le stelle della sua tipologia, questa in particolare sarebbe la Magnetar più veloce mai osservata: compie un giro su se stessa ogni 2,07 secondi. La distanza dalla Terra e il fatto che la velocità della luce non è infinita, producono l’illusione di anelli concentrici in espansione osservata dagli astronomi. A “vedere” SGR J1550-5418 non sono stati solo SWIFT e FERMI, però. Alcune emissioni sono state registrate anche da altri satelliti: WIND, della joint missione congiunta tra la NASA e Japan Suzaku, e INTEGRAL dell’Agenzia spaziale europea. |
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11 FEBBRAIO 2009: L'ESA si prepara al lancio di due Telescopi Chiusi con successo i test dell’ESA. I due telescopi in partenza per Kourou. Decollo previsto il 16 aprile 2009
Si avvicina ormai il
momento del lancio
per le missioni Planck
e Herschel
dell’Agenzia
Spaziale Europea.
Ultimata con esito
positivo l'ultima
campagna di test
tecnici, i due
telescopi spaziali
hanno ricevuto il
via libera per il
lancio e saranno
trasportati alla
base di lancio di
Kourou, nella Guiana
Francese e montati
su un razzo vettore
Ariane. La data del
decollo è fissata
per il 16 aprile
2009.
Planck si occuperà di misurare con alta risoluzione angolare ed elevata accuratezza l’anisotropia della radiazione cosmica di fondo nelle frequenze nelle microonde, con lo scopo di migliorare la nostra conoscenza sulle origini e l’evoluzione dell’Universo. Herschel, battezzato con il nome dell'astronomo britannico del diciottesimo secolo William Herschel, studierà invece l’evoluzione delle stelle e delle galassie, grazie al suo specchio da 3,5 metri di diametro. La maggiore potenza dell’infrarosso di questo osservatorio spaziale permetterà di osservare meglio gli oggetti “freddi” come comete e nubi stellari. Entrambi i satelliti sono stati costruiti da Thales Alenia Space come primo contraente.
Il telescopio
Herschel e gli
strumenti
scientifici a bordo
(realizzati anche
con un contributo
dell’Italia) sono
stati testati presso
il Centro di
tecnologia e ricerca
spaziale ESTEC
dell’ESA di
Noordwijk, nei Paesi
Bassi, nel corso del
2008. Saranno
trasportarti a
Kourou l’11
febbraio.
La settimana successiva, il 18 febbraio, toccherà a Planck imbarcarsi su un aereo per far rotta verso la Guiana. Nel satellite Plank, testato sia presso il centro di Cannes di Thales Alenia Space sia all’ESTEC, è rilevante il contributo italiano. L'Italia, con l'ASI e l’INAF, è responsabile della realizzazione di LFI, letteralmente “Low Frequency Instrument, strumento a bassa frequenza”, il più sensibile ricevitore radio mai realizzato per studiare la radiazione cosmica di fondo e tracciarne una mappa dettagliata. Una volta raggiunto il centro spaziale francese, i due osservatori saranno sottoposti a un ultimo “check-up” generale, prima del lancio duale. |
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4 FEBBRAIO 2009: Da pianeta extrasolare informazioni sulla Terra Trovata l’anidride carbonica nell’atmosfera di un pianeta extrasolare. A parte l’interesse basilare di questa scoperta, qualcuno tra breve dirà forse che c’è il riscaldamento globale anche lì ?
Il
telescopio
spaziale Hubble ha
identificato la presenza
di anidride carbonica
nel pianeta di tipo
gioviano che rivolve
attorno alla stella
HD189733,
che si trova ad una
distanza di circa 63
anni luce da noi.
L’oggetto era stato
scoperto da tempo e lo
stesso
telescopio
aveva già individuato
vapore d’acqua e metano
nella sua atmosfera.
Tuttavia la CO2 riveste
un’importanza
particolare, essendo
considerata, oltre che
il “mostro” del XXI
secolo, anche il mattone
fondamentale della vita.
Le misure nell’infrarosso stanno dandoci informazioni basilari un tempo nemmeno sognate. Nel contempo stanno dimostrando che la chimica del carbonio sembra essere quella dominante un po’ ovunque. Non siamo molto distante dal momento in cui si potrà avere una visione particolareggiata di tutte le molecole presenti in mondi alieni e forse di vedere dove e come si può innescare un sistema biologico. Sarà importante capire anche l’origine della CO2. Forse però è meglio non divulgare troppo la notizia … Temo che tra breve si sentirebbe dire in televisione e sui giornali che un omino verde, che abita vicino al pianeta gioviano prima citato, stia infestando il suo mondo con il terribile diavolo che sta uccidendo la cara ed amata Terra. Almeno però non saremmo soli … |
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3 FEBBRAIO 2009: E' vero che spariranno le Macchie Solari? Una ricerca dell’Osservatorio Nazionale Solare di Tucson, Arizona, prevede che nel 2015 spariranno del tutto le macchie solari, indipendentemente dai ben noti cicli della nostra stella. Questo fatto potrebbe avere un’importante ripercussione sulla temperatura del globo.
Il
ciclo solare 24 sta facendo dannare gli
astronomi. Teoricamente doveva iniziare nel 2006
ed era oltretutto previsto estremamente attivo
(vedi anche gli articoli riportati su questo
sito). Invece, l’attuale mancanza di
macchie solari
sembra andare contro corrente, creando non pochi
problemi agli specialisti. Un articolo di due
ricercatori dell’importantissimo Osservatorio
Solare di Tucson, Arizona, darebbe una risposta
molto interessante al fenomeno.
Essi hanno analizzato in dettaglio tutte le macchie solari apparse dal 1990 al 2005 e hanno notato che l’intensità del campo magnetico a loro associato ha continuato a diminuire in maniera del tutto indipendente dalla ben nota ciclicità di 11 anni. Le macchie solari stanno diventando sempre più “calde” e tendono a sparire. Estrapolando l’andamento indicato dai dati spettroscopici ottenuti per la linea dell’OH a 1565 nm, dovremmo avere una loro completa scomparsa nel 2015. Analogamente l’intensità del campo magnetico sta diminuendo come riportato nella figura sopra. Sotto il valore di 1500 nessuna macchia risulterebbe visibile. Una misurazione fatta recentemente su un “pore” solare (probabile inizio di una macchia) è indicata dal pallino rosso: in perfetto accordo con le previsioni.
Questo fenomeno non è certamente
sconosciuto. Nel periodo
compreso tra il 1645-1715, noto
come “Minimo di Maunden”, il
ciclo solare non ebbe luogo e le
macchie sparirono quasi
completamente. Va ricordato che
durante quegli anni la
temperatura del pianeta
raggiunse proprio il minimo
della fase chiamata “Piccola Era
Glaciale”, ben ricordata in
tutta la pittura fiamminga del
secolo e culminata con l’inverno
del 1709, il più rigido degli
ultimi 500 anni. C’è quindi una
possibilità non certo
trascurabile che la Terra stia
per andare verso un periodo di
grande freddo, come d’altra
parte parzialmente confermato
dal fatto che il riscaldamento
sembra si sia praticamente
bloccato a partire dal 1998. In
questo caso chissà cosa diranno
i più accesi fautori del
terrorismo climatico degli
ultimi anni, Al Gore per primo …
Forse ribalteranno le loro
visioni catastrofiche e
diventeranno i paladini del
caldo?
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