ARCHIVIO ASTRONEWS: luglio 2012

 

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27 luglio 2012:
La fine dell'Universo avverrà tra 16,7 miliardi di anni.
Sarà strappato dalla forza dell’energia oscura.
Per la fine dell'Universo l'appuntamento e' fissato tra 16,7 miliardi di anni, quando ci sara' un 'grande strappo' causato dall'energia oscura, ossia la forma ancora misteriosa di energia che costituisce il motore dell'espansione dell'universo e che lo occupa per il 70%. Lo affermano i fisici teorici dell'Accademia cinese delle scienze, in base ai calcoli da loro elaborati e pubblicati sulla rivista Science China: l'energia oscura portera' l'Universo ad espandersi fino a provocare 'strappi' che lo ridurranno in brandelli.

Rivedendo alcuni dei parametri di una delle ipotesi cosmologiche piu' accreditate sul destino dell'Universo, il ''Big Rip'' o grande strappo, i ricercatori asiatici hanno determinato che il tempo ancora a disposizione prima della 'morte' dell'Universo sia poco meno di 17 miliardi di anni.
In una inesorabile catena di eventi, la Via Lattea si smembrera' 32,9 milioni di anni prima della 'fine', mentre la Terra verra' prima strappata via dalla sua orbita e infine, 16 minuti prima della morte dell'Universo, verra' dissolta.

E' noto infatti a partire dagli anni '90 che l'universo, nato dal ''Big Bang'' o grande esplosione 13,7 miliardi di anni fa, sia soggetto ad un'espansione accelerata,
ossia si espanda in maniera 'forzata', sotto la 'spinta' prevista inizialmente dai modelli teorici della relativita' e oggi identificata come energia oscura, una sorta di energia del vuoto che 'allarga' lo spazio e che costituirebbe il 70% dell'Universo.
Secondo la teoria del Big Rip, a causa dell'espansione accelerata ogni oggetto fisico, a partire dalle galassie ai pianeti e agli esseri viventi fino agli atomi,
verra' lentamente 'stirato'; letteralmente fatto a pezzi e ridotto a singole particelle elementari che continueranno ad allontanarsi tra loro in una sorta di gas sempre meno denso, in un lento e inesorabile strappo.

 


 

22 luglio 2012:
Le nuove straordinarie foto di Saturno e le sue lune dalla sonda Cassini.
Nuovo "ritratto di famiglia" del Signore degli Anelli.
Ritratto di famiglia di Saturno, con i suoi spettacolari anelli e le più suggestive delle sue numerosissime lune. A catturare le immagini è ancora una volta la sonda Cassini, nata dalla missione congiunta di Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

Grazie ad una manovra che l'ha portata al di sotto del piano equatoriale del pianeta, Cassini ha adesso un nuovo punto di vista, che le permette di osservare meglio i poli e l'atmosfera del pianeta degli anelli e delle sue lune.

E' così che la sonda ha potuto inviare a Terra le immagini dell'ombra che gli anelli gettano sul pianeta, riprese ad una distanza di circa un milione di chilometri. Altre immagini mostrano l'ombra proiettata su Saturno dalla luna Tethys e altre ancora Encelado, Pandora, Janus, Rhea, Dione e la più grande delle lune del pianeta, Titano.

Gli anelli di Saturno con le lune Titano e Thethis

 


 

17 luglio 2012:
L'interessantissimo incontro con l'astronauta Paolo Nespoli, ieri 16 luglio.

Ieri sera (lunedì 16 luglio), ad un anno dal ritorno dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dove ha trascorso sei mesi, l’astronauta italiano Paolo Nespoli  è stato il protagonista di un interessantissimo incontro presso il sito archeologico dei SS. Stefani di Vaste, frazione di Poggiardo (Le), ospite dell’amico meteorologo Luigi Merico.

E' stata l’occasione per illustrare al folto pubblico presente, tramite filmati, le fasi della missione “MagISStra”, un nome che combina la parola latina “magistra” che significa “maestra”, con l’acronimo inglese della Stazione Spaziale Internazionale (ISS, International Space Station), ed i numerosi esperimenti scientifici effettuati durante la sua lunga permanenza nello spazio.

Paolo Nespoli con il presidente dell'A.S.L.A. Giuseppe De Filippi e la direttrice del Museo del Minatore di Casarano Maria Teresa Parrotto

Paolo Nespoli con il socio ed esperto Vito Primiceri, curatore e responsabile della SSER "Sezione Studio e Ricerca" dell'A.S.L.A.

Paolo Nespoli durante la presentazione della missione "MAGISSTRA"

Paolo Nespoli con l'amico meteorologo Luigi Merico

Paolo Nespoli mentre autografa una sua foto

 


 

Lunedì 16 luglio, dalle ore 20:00, l'Astronauta PAOLO NESPOLI sarà al Parco Archeologico di Vaste - Poggiardo (Le)

Ad un anno dal ritorno dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dove ha trascorso sei mesi, l’astronauta italiano Paolo Nespoli  torna ancora una volta e per un paio di giorni a Poggiardo (Le), ospite dell’amico meteorologo Luigi Merico.

Sarà questa l’occasione per illustrare alla comunità salentina, tramite filmati, le fasi della missione “MagISStra”, un nome che combina la parola latina “magistra” che significa “maestra”, con l’acronimo inglese della Stazione Spaziale Internazionale (ISS, International Space Station), ed i numerosi esperimenti scientifici effettuati durante la sua lunga permanenza nello spazio.

Il programma prevede un primo incontro nella serata di Lunedì 16 luglio presso il sito archeologico dei SS. Stefani della frazione di Vaste, in cui oltre al folto pubblico, saranno presenti il sindaco di Poggiardo Giuseppe Colafati e l’Assessore alla Cultura Oronzo Borgia che rivolgeranno a Nespoli il bentornato da parte dell’amministrazione cittadina e dell’intera comunità salentina, oltre a numerose autorità provinciali e sindaci del Basso Salento.

Martedì 17, nella mattinata appuntamento presso il Palazzo della Cultura di Poggiardo per la seduta straordinaria del Consiglio Comunale e deliberare la concessione della Cittadinanza Onoraria di Poggiardo all’astronauta che sarà consegnata da parte del sindaco Colafati. E’ doveroso segnalare il legame particolare che l’astronauta ha col Salento, essendo già Cittadino Onorario di Casarano con l’amministrazione guidata dall’ex-sindaco Remigio Venuti.

La cittadinanza e la stampa sono invitati.

 


 

11 luglio 2012:
Tracce di presenza di acqua nel passato di Marte.
Le rocce dei crateri marziani immerse nell'acqua per lunghi periodi.
Su Marte l'acqua scorreva in profondità, tra le rocce del sottosuolo, durante il primo miliardo di anni dell'esistenza del pianeta. Lo testimoniano i dati inviati a Terra dalla sonda Mars Express, dell'Agenzia spaziale europea (Esa), basati sull'analisi delle rocce riemerse nei crateri causati dall'impatto con degli asteroidi.
   I crateri da impatto sono finestre naturali nella storia delle superfici planetarie: più profondo è il cratere, più a ritroso nel tempo si può andare con le ricerche. Pertanto le rocce scavate durante l'impatto offrono la possibilità di studiare quel materiale che una volta era nascosto sotto la superficie. In un nuovo studio con l'intento di completare nuovi tasselli sulla storia dell'acqua su Marte, Mars Express e la sonda Mars Reconnaissance Orbiter  (Mro) della Nasa si sono concentrate sui crateri della vasta regione degli altopiani meridionali, chiamata Tyrrhena Terra. Tramite le analisi effettuate sulla chimica delle rocce incorporate nelle pareti dei crateri e nelle zone circostanti, gli scienziati sono riusciti ad identificare 175 siti con minerali formati in presenza di acqua.
   "La vasta gamma di formati dei crateri studiati, da meno di 1 chilometro a 84 chilometri di larghezza, indica che questi silicati idrati sono emersi da decine di metri fino a chilometri di profondità", commenta Damien Loizeau, dell'Esa, e principale autore dello studio. "La composizione delle rocce è tale che l'acqua sotterranea deve esserci stata per un lungo periodo di tempo, tanto da aver alterato la loro chimica". La circolazione dell'acqua si è verificata a diversi chilometri di profondità della crosta, circa 3,7 miliardi di anni fa, prima che si formasse la maggior parte dei crateri dell'area sotto osservazione. Ad ogni modo, mentre il materiale di scavo sembra essere stato in stretto contatto con l'acqua, sono scarse le prove che le rocce sulla superficie compresa tra i crateri di questa regione abbiano subito modifiche a causa dell'acqua.

 


 

6 luglio 2012:
Il Bosone di Higgs, la "particella di Dio", esiste.
Era stato previsto 48 anni fa.
L'articolo dedicato nella SSER dell'esperto Vitantonio Primiceri...
Un applauso interminabile da un continente all'altro ha accolto al Cern di Ginevra la scoperta della particella che dà la massa ad ogni cosa e che forse è entrata in scena frazioni di istanti dopo il Big Bang per dare il via alla nascita di galassie, stelle e pianeti. Un ruolo che ha fatto del bosone di Higgs la 'particella di Dio'.
 "Non è stata scoperta solo una particella: si è aperta una finestra su un nuovo mondo", è il commento unanime dei fisici. Anche gli scettici che non avrebbero scommesso un centesimo sulla possibilità della scoperta si sono ricreduti. "E' un momento storico", ha detto il direttore generale del Cern, Rolf Heuer, al termine del seminario sui dati degli esperimenti Cms e Atlas, entrambi condotti nel Large Hadron Collider (Lhc). Risultati straordinari, come li ha definiti il direttore di ricerca del Cern, Sergio Bertolucci: "non è facile - ha detto - vedere due esperimenti con 5 sigma", ossia con un margine di errore di fatto pari a zero.

La particella ha tutte le carte in regola per essere l'ultimo tassello della teoria di riferimento della fisica contemporanea, il cosiddetto Modello Standard. Si è scoperto anche quello che il Modello Standard non diceva, ossia che la particella ha le dimensioni di circa 125 miliardi di elettronvolt (GeV), vale a dire che pesa 125 volte più di un protone, una delle particelle che costituiscono il nucleo di un atomo. Ma non è una storia chiusa: per il direttore scientifico del Cern, Sergio Bertolucci, il bosone di Higgs è una zona di confine tra il Modello Standard e la fisica del futuro, popolata da particelle e fenomeni ora impossibili da immaginare.

E' il confine di un mondo nuovo, al quale si è arrivati dopo una corsa incredibile e uno "sforzo sovrumano". La svolta risale al luglio 2010, dopo che in un seminario internazionale l'acceleratore americano Tevatron sembrò avvicinarsi alla scoperta. "Ci spaventammo e decidemmo di accelerare la ricerca", ha raccontato Tonelli. In pochi mesi i ricercatori impegnati nei due esperimenti sono aumentati da 50 a 1.500: "abbiamo chiamato tanti ragazzi con l'idea di scegliere una sorta di commando". Poi la corsa fino ai dati straordinari presentati oggi. "Sono stanca, molto emozionata, molto contenta", ha detto Fabiola Gianotti, coordinatrice di Atlas. "E' presto per trarre conclusioni sulla portata di quanto abbiamo osservato - ha aggiunto - ma è un passo in avanti fondamentale".

Peter Higgs

 


 

1° luglio 2012:
Al via "SOTTO IL CIELO STELLATO DEL SALENTO", la Rassegna ESTATE 2012 targata A.S.L.A. con la STRUTTURA ASTRONOMICA aperta tutte le sere con Cielo sereno...  scopri le "SERATE A TEMA" di LUGLIO e AGOSTO.
>>> continua...