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- INQUINAMENTO LUMINOSO -

 

1) Cos'è?

2) Come si produce?

3) Come si combatte?

4) Regolamenti

 

COS'E'?

 

Il concetto di inquinamento luminoso è ormai noto perfino al grande pubblico, eppure esistono ancora amministratori e addetti ai lavori che ignorano o "vogliono ignorare" il fenomeno e le problematiche ad esso connesse.

In generale si definisce "inquinamento" tutto quello che in natura non era previsto esserci. Purtroppo oggi bisogna accettare l'idea che vi sono vari tipi di inquinamento:

  • inquinamento acustico prodotto da rumori in una zona solitamente tranquilla e silenziosa;
     

  • inquinamento atmosferico è la presenza di smog laddove naturalmente avrebbe dovuto esserci solo aria pura e salubre;
     

  • inquinamento da rifiuti prodotto dalla presenza di materiale estraneo all'ambiente proveniente dagli scarti umani e industriali.

    A questo punto si può definire l'inquinamento luminoso come dispersione nel cielo notturno di luce prodotta da sorgenti artificiali, al di fuori degli spazi che sono necessari illuminare. Solitamente si tratta di impianti per impianti di illuminazione esterna notturna, ma a volte esso è prodotto anche da illuminazione interna come quelle delle vetrine di negozi illuminati a giorno e lasciati accesi per tutta la notte.

    Si può facilmente capire quali conseguenze comportino i vari tipi di inquinamento e quali danni alle persone e all'ambiente vengano da essi provocati. Solo l'inquinamento luminoso resta talvolta di "difficile comprensione" a meno che non riflettiamo su un fatto molto semplice e cioè: l'alternarsi della luce e del buio regola le piante e i cicli degli animali e soprattutto degli uomini da milioni di anni.

    L'inquinamento luminoso inoltre impedisce a tutti, non solo agli astronomi professionisti e dilettanti, di fruire dello spettacolo del cielo stellato.

    Fatto gravissimo in quanto l'Astronomia ha sempre rappresentato e rappresenta tutt'ora un'importante via d'accesso attraverso la quale il grande pubblico può avvicinarsi e comprendere la cultura scientifica. Solitamente il contatto della gente con la Scienza può avvenire solo attraverso libri, riviste o documentari; nel caso dell'Astronomia il contatto avviene anche direttamente con quel laboratorio scientifico che è il Cielo Stellato. Va anche ricordato che tutto il patrimonio di conoscenze astronomiche acquisite dall'uomo nel periodo che va dal Paleolitico, almeno, sino all'avvento del telescopio, e non è poco, è stato ottenuto solo ad occhio nudo. Il cielo notturno, quindi, è un bene di tutti e deve essere protetto.

    Se si riflette, almeno in prima approssimazione, si nota che una delle caratteristiche dell'inquinamento luminoso è data dal fatto della sua mancanza di vantaggi. Eppure riflettendo meglio, l'inquinamento luminoso è l'unico inquinamento dove disinquinare si guadagna. Ad esempio:

  • Si potrebbero risparmiare in una nazione come l'Italia 464.645 tonnellate di combustibile.

  • Si avrebbe una bolletta energetica dell'importazione di combustibili meno cara di circa 35 milioni di euro.

  • Non si immetterebbero nell'atmosfera 1.356.000 tonnellate di anidride carbonica.

  • Non si brucerebbero 1.480.000 tonnellate di ossigeno.

  • Si risparmierebbero 9 milioni di imposte per le aziende produttrici di energia elettrica, quindi bollette meno care per i cittadini.

  • I Comuni e i cittadini risparmierebbero 150/200 milioni di euro per la diminuzione del flusso luminoso verso il cielo.

  • La collettività risparmierebbe decine di milioni per l'uso di lampade con maggiore efficienza luminosa.

    Dopo questi ragionamenti resta difficile spiegare la presenza dell'inquinamento luminoso e contemporaneamente affermare che il livello culturale degli addetti ai lavori non risulti quanto meno "retrogrado".

    Quanto detto può anche essere ignorato dal comune cittadino, ma gli addetti ai lavori, non hanno il diritto di non conoscere questi concetti. Illuminare puntando a casaccio i riflettori porta spese maggiori e meno luce dove serve.

  •  

    COME SI PRODUCE?

     

    1) Cos'è?

    2) Come si produce?

    3) Come si combatte?

    4) Regolamenti

     

    Scopo principale dell'illuminazione esterna notturna è quello di non creare un gran divario, in termini di sicurezza del traffico, tra il giorno e la notte. Purtroppo l'esasperazione di questo concetto ha condotto alla progettazione e realizzazione di impianti di illuminazione per esterni che risultano essere la fonte di un nuovo tipo di inquinamento: quello luminoso.

    In un impianto di illuminazione si considerano "sorgenti di luce" sia quelle che illuminano in modo corretto le aree a cui sono assegnate, sia quelle disperdono luce andando ad illuminare direttamente il cielo. Entrambe si dicono "punti luce". Solitamente ogni punto luce è formato da un'armatura e da una lampada. Scopo principale di un'armatura è quello di convogliare la luce solo nell'area e nelle direzioni a cui è assegnata. E' proprio per l'errata progettazione di questi dispositivi che si crea inquinamento luminoso.

    I sistemi di illuminazione che maggiormente disperdono luce sono molteplici. Tra questi uno dei peggiori è sicuramente rappresentato dai famigerati "lampioni a palla". Questi globi, purtroppo ancora largamente usati, hanno caratteristiche completamente opposte a quelle che dovrebbero avere per una corretta illuminazione: la lampada è montata all'interno di una coppa di vetro sorretta da un palo. Proprio per queste caratteristiche fanno poca luce al suolo (dove serve), e irradiano invece quasi tutta la loro energia verso l'alto lasciando buie le aree che invece necessitano di luce. Lampade come queste sono state montate solo perchè risultano "belle di giorno, quando sono spente"! Ma in nome della bellezza si spreca un sacco di luce a spese dei contribuenti.

    Altra classe di sistemi di illuminazione che producono forte inquinamento luminoso sono le "lanterne" non schermate sorrette da un palo che irradiano attraverso le finestre laterali. Queste caratteristiche le rendono estremamente inquinanti e abbaglianti con una conseguente dispersione del flusso luminoso sopra l'orizzonte fino al 35%-40%.

    Per l'illuminazione di grandi superfici come ad esempio, palazzi, monumenti storici, impianti sportivi, ma anche negozi, si usano spesso i proiettori. La dispersione della luce verso l'alto di questi apparecchi è prodotta per varie motivazioni:

  • si usano ottiche con rifrattori prismatici la cui coppa fa disperdere verso l'alto;

  • la dispersione aumenta in modo considerevole se l'ottica viene montata in modo errato, cioè con un'angolazione aumentata rispetto al piano stradale: in tal caso non vi è nulla che possa fermare od ostacolare il flusso luminoso che queste ottiche disperdono inevitabilmente verso il cielo.

    Spessissimo queste ottiche vengono volutamente mal posizionate al fine di illuminare monumenti storici... ma più che illuminare ed esaltare la bellezza di questi, producono un fastidio abbagliamento nel guardarli.

    Un altro contributo fortemente negativo, nella dispersione del flusso luminoso verso l'alto, proviene dal modo di "illuminare" le discoteche. L'esempio sotto riportato è tratto dal "catalogo degli orrori" di Cielo Buio. Tale foto non merita nessun commento se non per il fatto che il nome usato per intitolare la discoteca è "Via Lattea". Oltre la burla anche la beffa!

  • Dove porta tutto questo? La risposta è purtroppo semplice: stiamo assistendo alla progressiva perdita del grandioso patrimonio naturale che è il cielo stellato. Ma la cosa che preoccupa di più è che tutto sta avvenendo con un ritmo preoccupante e conduce ad un dato impressionante: l'inquinamento luminoso raddoppia ogni 10 anni!

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    COME SI COMBATTE?

     

    1) Cos'è?

    2) Come si produce?

    3) Come si combatte?

    4) Regolamenti

     

    La risposta può sembrare tanto ovvia quanto oziosa: non disperdendo luce al di fuori dell'area in cui è destinata ad essere usata e specialmente al di sopra della linea dell'orizzonte.

    Eppure le cose non sono così semplici, anzi sono diventate, nel tempo, tanto complicate che non bastano più interi trattati, conferenze, dibattiti, leggi, a far capire, soprattutto agli amministratori, che il problema della dispersione della luce verso l'alto, non è solo un qualcosa che riguarda gli astronomi e gli astrofili, ma è anche il modo di spendere male e inutilmente i soldi dei contribuenti.

    Eppure, e la cosa fa rabbia, basterebbero pochi e semplici accorgimenti per eliminare, se non tutto, ma almeno buona parte del problema che specialmente nel corso di questo secolo è divenuto un problema ambientale mondiale oltre che un problema di importanza capitale sia per l'Astronomia ma anche per tutta la Cultura sia scientifica che umanistica.

    La risoluzione del problema deve necessariamente passare attraverso l'analisi dei criteri di valutazione degli impianti di illuminazione esterna, affinché questi risultino efficienti e non inquinanti. Una prima valutazione deve considerare le LAMPADE.

    In commercio ne esistono di vari tipi:

      AI VAPORI DI MERCURIO

      AD INCANDESCENZA

      A FLUORESCENZA

      ALOGENE

      AGLI ALOGENURI METALLICI

      AI VAPOR DI SODIO AD ALTA E BASSA PRESSIONE

    In questa sede credo inutile parlare del loro funzionamento anche perché esso è abbondantemente e con dovizia di particolari spiegato in ottimi testi specializzati; penso, piuttosto utile comprendere come ogni lampada abbia una propria efficienza luminosa, cioè una determinata quantità di luce per ogni potenza assorbita. E' facile comprendere che sostituendo una lampada poco efficiente con una più efficiente a parità di potenza assorbita, essa produrrà più luce. Quindi se la luce prodotta da una lampada poco efficiente era adeguata, si potrà ottenere la stella luce con una lampada più efficiente però con una potenza inferiore, quindi con un risparmio energetico. Quanto detto viene meglio chiarito leggendo la seguente tabella:

     Tipo di Illuminazione 

    Watt
     
    (potenza) 

    Lux
     
    (Luce Emessa) 

     Lumen/Watt 
    (Efficienza) 

    Incandescenza

    75

    2,2

    8 - 25

    Vapori di mercurio

    70

    1,2 - 3

    13 - 48

    Alogenuri

    60

    1,4 - 4

    33 - 77

    Sodio alta pressione

    35

    7,8

    45 - 110

    Sodio bassa pressione

    25

    8,9

    80 - 180

    Come si può osservare le lampade a vapor di sodio, specie quelle a bassa pressione, presentano notevoli prestazioni, superiori in termini di efficienza (lumen/watt), rispetto a quelle di maggiore potenza (watt) ma con minore efficienza. Ciò si traduce sicuramente in un risparmio sia energetico ma anche economico come si osserva dalle seguente tabella:

    Lampada a vapor di mercurio da 210 watt (valore abituale) Accese 4100 ore/anno 4100 / 365 = 11.23 ore/notte) 210 watt * 4100 ore = 860 KWatt/ora (kW/ora)
    Circa 85 euro/anno per ogni Lampada!!!

    Lampada LPS (sodio a bassa pressione) da 25 watt (valore abituale) Accese 4100 ore/anno (4100 / 365 = 11.23 ore/notte) 25 watt * 4100 ore = 102.5 KWatt/ora (kW/ora)
    Circa 10 euro/anno per ogni Lampada!!!

    Naturalmente il problema dell'inquinamento luminoso non si esaurisce con l'utilizzo di lampade ad alta efficienza, ma bisogna prendere in considerazione l'armatura e il corpo illuminante. Per evitare la dispersione di luce verso l'alto è imperativo utilizzare corpi luminosi totalmente schermati i così detti "full cut-off" i quali sono montati, come si vede, sono posizionati parallelamente a suolo e la lampada completamente incassata nel suo interno. Questo è il concetto fondamentale di ogni argomentazione circa l'inquinamento luminoso. Infatti non ha senso scegliere lampade di grande efficienza per poi usarle in gusci di protezione sistemati male, tanto da disperdere l'energia tutta o quasi al di sopra della linea di orizzonte.

    Altri sistemi molto inquinanti si usano soprattutto per il cosiddetto arredo urbano e sono:

      LE SFERE

      LE LANTERNE

    Le sfere non schermate sono tra le lampade, purtroppo, più utilizzate nell'arredo urbano.

    Queste lampade sono molto usate perché in prima approssimazione sembrano costare di meno di tutte le atre; però ciò viene immediatamente vanificato dalla poca efficienza luminosa e dall'altissimo spreco di energia verso l'alto come si vede chiaramente analizzando la loro curva fotometrica qui a lato. Come si osserva la maggior parte della luce viene dispersa al di sopra dei 90°, moltissima tra i 60° e i 90° e pochissima raggiunge il suolo dove serve. Basterebbe, per ridurre al minimo il problema, semplicemente sostituire le sfere con corpi luminosi più efficienti come i seguenti.

    Anche per le lanterne il discorso è simile; esse sono molto utilizzate nell'arredo dei centri storici. Purtroppo esse nella maggior parte dei casi sono utilizzate con la lampada a vista producendo fastidiosi abbagliamenti quanto inutili sprechi di energia. Incassando la lampada all'interno della lanterna si ottengono risultati molto diversi migliorando di gran lunga la dispersione di luce verso l'alto, come si può osservare nella figura a lato.

    ILLUMINAZIONE DI MOMUMENTI

    Anche qui, nel tentativo di valorizzare monumenti, che peraltro sono belli anche senza essere illuminati, si ottiene l'effetto opposto di deturpazione degli stessi. Comunque se proprio devono essere illuminati, si possono utilizzare accorgimenti, senza ricorrere a illuminazioni assurde. Si deve, in ogni caso, ricorrere a illuminazione dall'alto verso il basso usando solo proiettori asimmetrici. Se proprio necessario, ma nella maggior parte dei casi non lo è, illuminare dal basso verso l'alto bisognerebbe avere l'accortezza nel costruire gli impianti in modo tale che il fascio di luce sia contenuto esclusivamente all'interno della facciata da illuminare. Per fare questo è ancora utile il proiettore asimmetrico montato in modo tale da non superare mai la linea verticale. In tutti i casi sarebbe utile prevedere riduttori di flusso o ancor meglio spegne l'illuminazione dei monumenti dopo la mezzanotte, anche perché dopo quest'ora tenere accesa l'illuminazione per pochi nottambuli, sembra un spreco inutile di energia.

    CAMPI SPORTIVI

    Anche per l'illuminazione di campi sportivi bisognerebbe porre la massima cura nell'allestimento dell'impianto, poiché la necessità di usare lampade a largo spettro (ioduri metallici ecc) rende altamente inquinante la luce dispersa. Bisognerebbe anche prevedere diversi livelli di illuminazione (allenamento, partita, registrazione televisiva normale od ad alta risoluzione). In tutti i casi bisognerebbe preferire i soliti proiettori asimmetrici montati parallelamente al suolo.

    A conclusione di questa breve e non esauriente disamina dei vari modi da utilizzare per non disperdere energia, va comunque detto, che affinché ciò si possa attuare, bisognerebbe che tutti, soprattutto gli amministratori, prendano coscienza dell'esistenza del problema. Che si capisca che il problema dell'inquinamento luminoso non è per "favorire" un gruppo di astronomi e astrofili, ma è, ormai, un problema culturale, sociale, ecologico, energetico di portata mondiale.

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    REGOLAMENTI

     

    1) Cos'è?

    2) Come si produce?

    3) Come si combatte?

    4) Regolamenti

     

    Promulgata la LEGGE REGIONALE 23 novembre 2005, n. 15: "Misure urgenti per il contenimento dell'inquinamento luminoso e per il risparmio energetico"

    E' stato approvato dal Consiglio regionale, il testo di legge "Misure urgenti per il contenimento dell'inquinamento luminoso e per il risparmio energetico" che disciplinerà in maniera più rigorosa l'installazione e la scelta delle lampade per l'illuminazione pubblica e privata. La nuova legge, pubblicata col Bollettino ufficiale della Regione Puglia n. 147 del 28 novembre 2005, promuove la riduzione dell'inquinamento luminoso e dei consumi energetici da esso derivanti, il tutto finalizzato anche alla conservazione e alla protezione dell'ambiente naturale.

    Si considera inquinamento luminoso ogni alterazione dei livelli di illuminazione naturale e, in particolare, ogni forma di irradiazione di luce artificiale che si disperda al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata, in particolar modo se orientata al di sopra della linea dell'orizzonte.

    La normativa è composta da 9 articoli, che indicano ambiti di competenza; requisiti tecnici e modalità di impiego degli impianti di illuminazione; eventuali deroghe; poteri sostitutivi e norme di salvaguardia; zone di particolare tutela e protezione; sanzioni.

    Alla Regione, tramite dell'Ufficio regionale competente in materia di ambiente e pianificazione ambientale, è demandato il compito di garantire l'applicazione della legge su tutto il territorio regionale, esercitando le funzioni di coordinamento e indirizzo.

    Alle Province compete l'inserimento dei piani di risparmio energetico e di riduzione dell'inquinamento luminoso, nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, quali componenti essenziali nell'ambito delle materie inerenti la protezione della natura e la tutela dell'ambiente. Hanno inoltre funzioni di coordinamento, vigilanza e controllo sull'applicazione della legge.

    I Comuni devono adottare il piano comunale per il risparmio energetico e la riduzione dell'inquinamento luminoso e svolgono funzioni di vigilanza sulla corretta applicazione della legge da parte dei privati e dei lottizzanti, applicando ove necessario le sanzioni amministrative previste. Per tali funzioni possono avvalersi anche della collaborazione dell'Agenzia Regionale per l'Ambiente.

     

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