L’atterraggio è in programma per le 9,40 (ora italiana) di giovedì 14 dicembre con l’impatto della navicella Sojuz MS 05 sul terreno della steppa della regione di Arkalyk, nel Kazakhstan. E’ lo stesso veicolo spaziale che aveva portato in orbita a fine luglio Paolo Nespoli, astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e i suoi due compagni di missione Randy Bresnik (della Nasa), e Sergeij Riazanskij (dell’ente russo Roscosmos).
«Com’è l’impatto?», ci dice Paolo Nespoli: «Immagina un tizio che sta fermo in un’utilitaria che viene centrata da un TIR a 70 chilometri orari». Ma è tutto controllato e collaudato. Piuttosto, ci dice Paolo, che aveva sofferto non poco al rientro dalla precedente MigISStra nel 2011: «Il dopo missione è la parte più difficile di tutta l’impresa. Ci vogliono circa sei mesi, perlomeno sulla base della mia esperienza precedente, ma in generale un po’ per tutti, per recuperare tutte le funzioni fisiche al cento per cento. Ci vorrà pazienza, ma poi tutto torna come prima. E poi hai di nuovo il desiderio di tornare lassù».
I record raggiunti da Paolo durante questa missione sono molti: e’ l’astronauta italiano ad avere trascorso maggiore tempo nello spazio (circa 350 giorni), raggiungendo le 5.000 orbite attorno al nostro pianeta. E’ inoltre sul “podio” degli astronauti “meno giovani” tra tutti coloro inviati nello spazio in 56 anni di missioni con equipaggio. Con i 60 anni compiuti lo scorso 6 aprile, Paolo Nespoli detiene il primato di astronauta europeo più anziano ad essere stato lanciato nello spazio.
In classifica mondiale, si posiziona al terzo posto tra i viaggiatori spaziali professionisti dopo gli americani John Glenn (che a 77 volò per due settimane sullo Shuttle Discovery) e Story Musgrave (che prese parte a sei missioni spaziali, tutte a bordo di Space Shuttle). Altri tre hanno volato a 60 anni, ma erano “turisti dello spazio” (in volo tramite la società Space Adventures), e quindi non astronauti di professione.